Il capogruppo al Senato di Forza Italia ha parlato In ingresso presso il ministero della Giustizia

In ingresso presso il ministero della Giustizia dov’era in corso un vertice di maggioranza, Maurizio Gasparri ha commentato la vicenda del dossieraggio: “Giorgia Meloni deve riferire in Parlamento? Penso che il Parlamento se ne debba occupare, con un dibattito generale” su una questione, spiega il capogruppo al Senato di Forza Italia, che investe banche, procura nazionale antimafia e l’inchiesta hacker emersa dalla procura di Milano.

Sulle banche: “Il caso di Bisceglie, su Intesa. Lì si è entrati nei conti correnti di tanta gente. Ci sono norme che consentono una multa salatissima alla banca che ha violato la privacy”, mentre sulla procura antimafia: “Io faccio parte della Commissione Antimafia, lì c’è un problema di incompatibilità di De Raho, che non può fare da investigatore su una vicenda che investe anche il suo passato nella procura antimafia, almeno come culpa in vigilando, avendo fatto note caratteristiche di elogio a Striano e non essendosi accorto di quanto accadeva”. Sull’ultimo filone dell’inchiesta hacker, invece: “Mi pare un’attività privata degenerata in spionaggio industriale, con intromissione su personaggi pubblici e vicende parentali. Una cosa grave anche questa”.

Secondo Gasparri “le leggi ci sono già” e quindi bisogna “punire, punire, punire tutti questi mascalzoni”. “Sorpreso dalla vicinanza di alcuni indagati nell’inchiesta hacker ad ambienti di centrodestra? Il centrodestra è statisticamente la vittima privilegiata della vergognosa gestione della Procura Nazionale Antimafia, della vicenda anche del bancario di Bisceglie”. In questo senso, sulla richiesta di scuse avanzata da Conte nei confronti degli attacchi a De Raho, il senatore commenta: “Ma quali scuse. De Raho se ne deve andare dall’antimafia. Cercano di depistare dal basso del fallimento politico di Conte e del grillismo. Si accomodino alla porta”, conclude.

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