Il ministro dopo l'attacco del giudice alla premier Meloni: "Precipitato il prestigio della magistratura"
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è tornato a parlare della vicenda della mail del giudice Marco Patarnello, che aveva criticato la premier Giorgia Meloni. “È al vaglio per la verifica dei presupposti per l’esercizio dei poteri ispettivi che la legge riserva al ministro della Giustizia”, ha annunciato il Guardasigilli durante il Question time alla Camera.
Il ministro, in un altro passaggio del suo intervento a Montecitorio, ha sottolineato: “Quando sono entrato in magistratura nel 1976, la magistratura, il prestigio della magistratura, godeva del consenso di oltre l’80% dei cittadini italiani, pari e qualche volta superiore a quello della chiesa cattolica. Oggi è precipitato per rispetto verso i miei ex colleghi non lo voglio neanche citare”.
A proposito del dossier migranti che ha acceso il dibattito negli ultimi giorni, Nordio ha aggiunto che “il concetto di sicurezza di un Paese può essere una scelta esclusivamente politica“, facendo l’esempio della Germania.
L’altolà dei magistrati Ue a Meloni: “La separazione delle carriere compromette l’indipendenza”
Intanto, fa discutere la lettera datata 22 ottobre e indirizzata dai vertici dell’Associazione dei giudici europei (Eaj) alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Giustizia. “Come reazione all’esperienza del regime fascista, i redattori della Costituzione italiana del 1946 – si legge – hanno inteso calibrare l’equilibrio tra i vari poteri dello Stato: questo equilibrio e la necessaria indipendenza della magistratura sarebbero compromessi e messi a repentaglio se la riforma proposta venisse adottata”. “Pertanto, l’Eaj esorta nuovamente le autorità italiane a rinunciare alle modifiche nei termini previsti”, si aggiunge nel testo.
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