Il ministro dell'Interno: "Contro terrorismo pronti a qualsiasi misura"

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in conferenza stampa al termine del G7 dell’Interno a Mirabella Eclano (Avellino), è tornato sul tema dell’immigrazione: “Non vorrei sembrare eccessivamente ottimista, ma avrei difficoltà a individuare qualcosa che avrebbe potuto essere fatta di più rispetto a quanto fatto. Abbiamo registrato un clima che fino a un anno fa avremmo avuto difficoltà a registrare sui temi migratori, come approvazione di una linea di pensiero partita dall’Italia e proposta prima all’Europa e ora qui, anche in un contesto che va oltre i confini del nostro continente”. “La Commissione Europea ci ha proposto, anche in una discussione avvenuta in un contesto come questo, come punto di riferimento, attribuendoci una leadership di alcune linee di indirizzo – ha proseguito Piantedosi – Non eccedo in ottimismo ma anche nelle dichiarazioni pubbliche ci sono stati nuovi governi che si sono formati, quello britannico o francese, alcuni di orientamento generale non completamente coincidenti con quello italiano, ma su questo abbiamo registrato una totale condivisione“.

Piantedosi: “Contro terrorismo pronti a qualsiasi misura”

Sul fronte del terrorismo, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, siamo determinati ad adottare qualsiasi misura lecita a livello nazionale e internazionale per affrontare l’escalation dell’attuale crisi mediorientale e quindi anche il possibile impatto su nostre comunità”, ha aggiunto Piantedosi.

Piantedosi: “Da G7 unica voce contro traffico, adottato action plan”

I ministri del G7 dell’Interno hanno adottato “un action plan per prevenire e contrastare il traffico di migranti“, ha annunciato il ministro dell’Interno. “Abbiamo ribadito con un’unica voce che lo smantellamento dei cartelli dei trafficanti rappresenta la priorità su cui dobbiamo agire – ha aggiunto Piantedosi – le organizzazioni lucrano e mettono a repentaglio la vita dei migranti, violando le leggi degli Stati”. 

Piantedosi: “Modello centri Albania guardato con interesse in Ue”

“Il modello dei centri per migranti in Albania è destinato a non restare un caso isolato. Già in Europa 15 paesi hanno sottoscritto una richiesta formale alla Commissione Europea di guardare con attenzione a questo modello come possibilità di estensione anche in altre iniziative che possono essere adottate da altri paesi o messi sotto l’egida dell’Unione Europea. L’attuale Commissione non ha respinto come visione pregiudiziale e probabilmente si candida a essere seriamente valutata dalla nuova Commissione“, ha aggiunto. 

Medioriente, Piantedosi: “Attenzione su possibili nuovi flussi”

“Si è parlato dei nuovi flussi e lo scenario, laddove dovesse ulteriormente aggravarsi il conflitto soprattutto ora con la proiezione verso nord e verso il Libano della crisi bellica, in qualche modo è monitorato e attenzionato. A ogni guerra fanno seguito quasi sempre percorsi di fuga – ha aggiunto Piantedosi – quindi sì, c’è una possibilità, ma non è ancora un’attualità. Facendo professione di immaginazione un primo riflesso sarà soprattutto sul quadrante orientale, dal Libano a paesi come Cipro, però se ci fosse una crisi che si acuisse in maniera drammatica è ovvio che sarebbe uno scenario da tenere sotto attenzione”. 

Piantedosi su cortei pro Palestina: “Si deciderà sul campo”

“Chiaramente qualunque manifestazione svolta in violazione del divieto sarebbe illegale. Poi vediamo, la situazione sarà gestita dalle forze dell’ordine con il solito equilibrio, mi fido della loro capacità di confinare in un quadro di legalità senza turbative per la sicurezza pubblica. Sono decisioni che vanno prese sul campo, che si alimentano e beneficiano della saggezza e dell’equilibrio del personale che è sul campo”, ha detto ancora il ministro rispondendo a una domanda sull’eventuale svolgimento di manifestazioni pro Palestina questo fine settimana nonostante il divieto a ridosso dell’anniversario del 7 ottobre. “I numeri sono sotto monitoraggio degli organismi delle forze di polizia – ha spiegato Piantedosi – c’è una posizione di principio e una operativa. La posizione di principio è stata presa, poi vediamo lo scenario che si realizza. Mi piace sottolineare che non tutti i proponenti delle manifestazioni hanno deciso che vorranno scendere in piazza comunque, c’è stata una sigla importante rappresentativa della difesa dei diritti dei palestinesi in Italia che ha accettato il divieto come invito a riprogrammare una manifestazione che fosse scevra dai problemi individuati dalle autorità di pubblica sicurezza, programmandola sabato prossimo. Era chiaro che, essendo vicino al 7 ottobre e per il modo con cui erano stati fatti i preavvisi, era a rischio di celebrazione di un eccidio, che va censurato per l’intrinseco disvalore ma anche perché poteva essere foriero di alimentazioni di turbative su piazza”.

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