Il professore di Diritto Costituzionale di Roma Tre: "Sono troppo facili. Truffa al senso della Costituzione"
Sono state raggiunte le 500mila firme necessarie per convocare il referendum di modifica della legge sulla cittadinanza del 1992 che ha l’obbiettivo di ridurre da dieci a cinque gli anni di residenza in Italia necessari per ottenere lo status. Alfonso Celotto, professore di Diritto Costituzionale di Roma Tre, ha però criticato le modalità con cui sono state raccolte le firme. “La velocità del digitale anche oggi ci mostra com’è c’è una specie di truffa al senso della Costituzione. Perché il limite delle 500mila firme era una soglia di garanzia di serietà per non portare a referendum qualunque iniziativa”, ha dichiarato a LaPresse. “I referendum sono una cosa seria. Firmare con lo Spid, in spiaggia o dal divano di casa, è una grande innovazione però crea una specie di doping. Queste firme sono troppo facili, come se io corressi col motore mentre gli altri vanno a piedi. Bisogna ripensare questa modalità”, ha aggiunto. “Non possiamo avere troppi referendum e troppa facilità nell’accesso a questo strumento. Anche perché il referendum deve essere votato in maniera tradizionale con il quorum di validità quindi se non va a votare metà delle persone il referendum è invalido. Diventa uno spreco di energie istituzionali. O riformiamo la Costituzione per alzare il tetto delle firme da 500mila a un milione oppure la legge stabilisce che solo un pezzo delle firme possono essere digitali“.
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