La requisitoria dei pubblici ministeri nell'aura bunker di Pagliarelli: "Anche terroristi e criminali hanno diritto essere salvati in mare". Il leghista sui social: "Rifarei tutto"
Udienza del processo Open Arms a Palermo con imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio Matteo Salvini per aver impedito, nel suo ruolo di ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell’Ong spagnola nell’agosto del 2019. Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo la requisitoria dei pubblici ministeri Marzia Sabella, Giorgia Spiri e Gery Ferrara. Il leader della Lega non è presente in aula.
Pm chiede sei anni per Salvini
“Condannate Matteo Salvini a 6 anni di reclusione per aver sequestrato i 147 migranti a bordo dell’Open Arms e per tutti i capi di imputazione”. Queste le richieste di pena dei pubblici ministeri Marzia Sabella, Giorgia Righi e Gery Ferrara al termine della requisitoria.
Pm: “Salvini aveva obbligo di concedere porto sicuro”
Così è stata motivata la richiesta di pena: “Il dibattimento ha dimostrato che almeno dal 14 agosto il ministro Salvini avesse l’obbligo di fornire un porto sicuro, e il diniego avvenne in totale spregio delle regole. Il diniego limitò la libertà personale di 147 persone”.
Pm: “Diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini”
“Il principio chiave è quello del soccorso in mare, che viene dall’Odissea, da tempi ancestrali. Persino in guerra c’è l’obbligo del salvataggio in mare a conferma dell’universalità dei beneficiari. In questo processo affrontiamo il tema dei diritti dell’uomo, la vita, la salute e la libertà personale che prevalgono sul diritto a difendere i confini“: questo uno dei passaggi più importanti della requisitoria del pm Gery Ferrara, prima della richiesta di pena. Il pubblico ministero ha poi aggiunto: “L’Onu ha stabilito che la rotta del Mediterraneo centrale sia la più pericolosa del mondo, chiede collaborazione nelle operazioni di ricerca e salvataggio e mette come prioritaria la tutela della vita dei naufraghi“.
Salvini: “Difendere Italia non è reato, 6 anni di carcere sono follia”
“6 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi e difeso l’Italia e gli Italiani? Follia. Difendere l’Italia non è un reato e io non mollo, né ora né mai”, ha commentato Salvini sui social.
Salvini: “Mi dichiaro colpevole di aver difeso Italia”
“Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia e gli italiani. Mi dichiaro colpevole di aver mantenuto la parola data”, ha poi dichiarato Salvini in un video. Sfondo nero, viso e busto illuminati da una luce diretta, Salvini mette in scena una sorta di ‘interrogatorio’, di ‘arringa’ video, in cui difende il suo operato. “Matteo Salvini, nato a Milano il 9 marzo 1973, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno da giugno 2018 a settembre 2019”, è l’esordio, in cui il leader del Carroccio ricorda che “oggi sono a processo e rischio il carcere perché in Parlamento la sinistra ha deciso che difendere i confini italiani è un reato“.
Meloni: “Incredibile che Salvini rischi sei anni per aver difeso confini”
“È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato su X la richiesta di pena nei confronti di Salvini.
Meloni: “Trasformare protezione confini in crimine precedente gravissimo”
“Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo. La mia totale solidarietà al Ministro Salvini”, ha aggiunto Meloni.
Schlein: “Intervento Meloni molto inopportuno”
L’intervento della premier a difesa di Salvini è stato contestato dalla leader del Pd, Elly Schlein, che a margine di un appuntamento elettorale a Umbertide, in provincia di Perugia, ha detto: “Ho trovato molto inopportuno l’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché noi pensiamo che il potere esecutivo e giudiziario siano separati e autonomi. È un principio che si chiama separazione dei poteri. E quindi il rispetto istituzionale imporrebbe di non mettersi a commentare dei processi che sono aperti. Stupisce che mentre oggi ha trovato il tempo di commentare il processo a Salvini da ieri non abbia ancora proferito una parola sul patteggiamento di Giovanni Toti“.
Tajani: “Salvini ha fatto il suo dovere, chiedere 6 anni è irragionevole”
“Matteo Salvini ha fatto il suo dovere di ministro dell’Interno per difendere la legalità. Chiedere 6 anni di carcere per questo motivo appare una scelta irragionevole e per giunta senza alcun fondamento giuridico”, ha detto invece il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Musk: “Pm pazzo, dovrebbe andare lui in galera”
“Quel pm pazzo dovrebbe andare lui in galera per sei anni“, ha commentato il fondatore di X, Elon Musk.
Nordio: “Piena e affettuosa solidarietà a Salvini”
“Esprimo la mia piena e affettuosa solidarietà al collega Salvini per quanto riguarda il processo. La sua origine e le sue caratteristiche mi riportano ai tanti articoli che ho scritto in merito prima di diventare ministro”, ha dichiarato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a margine di una manifestazione delle Frecce Tricolori a Jesolo.
Salvini: “Rifarei tutto, difendere confini da clandestini non è reato”
“Oggi a Palermo la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che mi vede imputato per sequestro di persona. Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura”. Così il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini sui social.
Bongiorno: “Su banco imputati non c’è Salvini ma linea politica”
“Una requisitoria un po’ contraddittoria direi, perché la premessa è ‘non stiamo processando il governo’, poi però finora ha detto ‘il Decreto Sicurezza bis’ è in contrasto con la Costituzione, non è accettabile prima redistribuire e poi sbarcare, il tavolo tecnico ribaltava dei principi fondamentali’. Quindi per ora sta parlando di leggi, linee di governo che lui contesta. Non c’è una condotta Salvini sul banco degli imputati ma c’è una linea politica sul banco degli imputati”. Lo ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore del ministro Matteo Salvini, a margine del processo Open Arms, commentando la requisitoria del pm
Pm: “Salvini aveva obbligo di dare terra a naufraghi ma vicenda complessa”
“Il ministro Salvini aveva l’obbligo o no di dare il pos alla nave? Su questa domanda verte il processo. Per le norme del mare la risposta è scontata, ovvero sì aveva l’obbligo di dare terra ai naufraghi. La situazione sarebbe dunque semplice, ma in realtà è molto più complessa”. Ha detto il pubblico ministero Marzia Sabella nell’ultima parte della requisitoria del processo Open Arms che si celebra nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo con imputato Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. Il leader leghista all’epoca ministro dell’Interno, nell’agosto 2019 vietò per giorni lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell’ong spagnola. Il pubblico ministero ha poi aggiunto: “Abbiamo fino ad ora ricostruito i fatti e il quadro normativo, ora li metteremo insieme”.
Pm: “Innalzamento confini non limita i morti in mare”
“L’innalzamento dei confini non limita i morti ma consente solo di non vederli”. Lo ha detto il pubblico ministero Marzia Sabella in avvio di requisitoria del processo che si celebra nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo. Il pubblico ministero ha poi aggiunto: “Il governo Conte 1 aveva nel suo contratto quello di sensibilizzare l’Europa sulla redistribuzione dei migranti. La trama di questo processo è una questione di diritti”.
Pm: “Anche terroristi e criminali hanno diritto essere salvati in mare
“Anche i terroristi, i criminali se in pericolo in mare hanno il diritto di essere salvati. Uno Stato, che non è un criminale, li salva e poi li processa. Questo dice il codice internazionale”. Ha detto il pubblico ministero Gery Ferrara nella requisitoria del processo a Salvini. Il leader leghista all’epoca ministro dell’Interno, nell’agosto 2019 vietò per giorni lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell’ong spagnola. Il pubblico ministero ha poi aggiunto: “Una volta salvati vanno portati a terra, anche le navi predisposte per il salvataggio sono definite un posto di sicurezza temporaneo. In sostanza solo la terraferma è un place of safety definitivo. La stessa Cassazione ribadisce che una nave non può essere considerato un posto sicuro”.
Pm: “Nessun processo politico, solo atti su cui decideva Salvini”
“Questo è un processo politico? È pacifico che qui di atto politico non c’è nulla. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi”, ha detto ancora il pubblico ministero Ferrara che ha poi aggiunto: “Quando Salvini diventa ministro dell’Interno le decisioni sulla gestione degli sbarchi e del rilascio dei pos vengono spostate dal Dipartimento libertà civili e immigrazione all’ufficio di gabinetto del ministro e in particolare è il ministro a decidere. Questo è l’elemento chiave”. “Prima si fanno scendere e poi si redistribuiscono, altrimenti si rischia di fare politica su persone che stanno soffrendo”, ha continuato Ferrara.
Casarini: “Oggi processiamo chi ha disonorato l’Italia”
“Penso che non sia un processo contro l’Italia ma un processo contro quello che disonora l’Italia. Spero solo che oggi si parli di giustizia. Giustizia nei confronti dei più deboli, di donne, uomini e bambini. Giustizia per quello che sta accadendo nel Mediterraneo, con naufragi continui, lager in Libia. Il nostro auspicio è che oggi venga scritta una pagina di giustizia”. Lo dice Luca Casarini, capomissione della Ong Mediterranea che questa mattina ha deciso di presenziare all’udienza del processo Open Arms che si celebra nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo con imputato Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. Il leader leghista all’epoca ministro dell’Interno, nell’agosto 2019 vietò per giorni lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell’ong spagnola.
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