L'europarlamentare di AVS: "Lo stile ungherese di Orban è quello di influenzare la magistratura"

“La situazione del carcere Beccaria è allarmante, ritengo che i carceri minorili non dovrebbero proprio esistere: il Beccaria deve essere chiuso e devono essere aboliti i carceri per minori“. Così l’europarlamentare di AVS Ilaria Salis, a margine della conferenza stampa alla sede della Stampa Estera a Milano.

“Questo è l’effetto del decreto Caivano – continua Salis- che ha ampliato la possibilità di ricorrere alle misure cautelari in carcere per i minorenni. Qualche anno fa l’Italia era all’avanguardia in Europa per tema della criminalità minorile, perché interveniva in altro modo e lasciava il carcere come risposta residuale, ora stiamo facendo dei passi indietro. Vanno messe in campo dei percorsi educativi, bisogna implementare le strutture socio assistenziali ed essere di supporto ai ragazzi e alle famiglie. Io sono per costruire nel lungo termine una società che superi il carcere. Nell’immediato è favore le misure alternative alla detenzione, quindi renderle applicabili a chi ne ha diritto e invece si trovano detenute. Invece di aumentare le fattispecie di reato e aumentare le pene bisognerebbe depenalizzare alcuni reati minori”.

Ue, Salis: “Stile Ungheria Orban cerca di influenzare magistratura” 

Vorrei capire qual è lo stile ungherese oltre a quello che ho già visto nelle carceri” sottolinea l’europarlamentare di AVS Ilaria Salis, a margine della conferenza stampa alla sede della Stampa Estera a Milano, ai cronisti che le chiedevano una replica al primo ministro ungherese Victor Orban che, in riferimento a Salis, dal forum di Cernobbio aveva definito “stile italiano” quello di “eleggere una criminale” nelle istituzioni.

 

“Mi sembra l’ennesima dimostrazione – conclude Salis – che in quel Paese il potere politico, il capo di governo, cerca di influenzare le decisioni della magistratura. Questa faccenda è gravissima e mi fa pensare che per me e gli altri antifascisti come Maja, non ci sono le condizioni per un processo giusto”. 

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