Intanto il senatore forzista Zanettin chiede a Nordio di procedere con atti ispettivi

“Fermo restando che non condivido le parole del signor Turetta, e lui stesso si è scusato, mi pare assolutamente scorretto diffondere un colloquio che è assolutamente ininfluente dal punto di vista processuale e nell’accertamento della verità ed esporlo al pubblico”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, commentando le intercettazioni tra Filippo Turetta e il padre in carcere a margine di una conferenza stampa.

Le intercettazioni devono servire a combattere la mafia e la malavita organizzata, a colpire il crimine, non a sbattere in prima pagina le vicende private”, ribadisce il segretario di Forza Italia, che pur condannando fermamente le parole del signor Turetta, dice di “comprendere un padre disperato di un assassino reo confesso che cercava di evitare che la disgrazia ne portasse un’altra (un suicidio in carcere ndr)”. “Noi siamo la patria di Cesare Beccaria – ricorda Tajani – e questo diventa un caso di voyeurismo”.

Su questo principio si inserisce anche il senatore Pierantonio Zanettin (FI), sempre di Forza Italia, affermando che essendo quell’intercettazione “del tutto ininfluente sull’esito dell’accertamento giudiziario”, ha fatto richiesta al ministro della giustizia Carlo Nordio di procedere con atti ispettivi in merito alla questione.

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