La conduttrice, nel giorno dello sciopero dell'Usigrai, parla dell'annullamento del monologo dello scrittore

Serena Bortone torna a parlare dell’annullamento da parte della Rai del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile nella sua trasmissione ‘Che Sarà’, e lo fa nel giorno in cui l’Usigrai, principale sindacato dei giornalisti della tv di Stato, è in sciopero per denunciare quello che ritengono sia un utilizzo del servizio pubblico come ‘megafono’ da parte del governo. “Non era mai successo che un contratto venisse annullato dall’alto. Vengono date spiegazioni un po’ bizzarre e farlocche. Tipo che Scurati aveva promozioni già su Netflix, ma da una ricerca non c’era nessuna promozione su Netflix, anzi nessuna promozione in generale per Scurati. Mi attacco al telefono, scrivo mail urgenti, mando messaggi a più di un dirigente, chiedendo cosa dire a un Premio Strega tradotto in 42 lingue. Nessuno mi risponde, la mattina dopo in perfetta solitudine ho dovuto avvertire io Scurati che il suo contratto era stato annullato. Scurati mi ha detto che mi regalava il testo e che lo potevo leggere in onda, cosa che io ovviamente ho fatto”, ha raccontato la conduttrice.

“Sono orgogliosamente dipendente del servizio pubblico, assunta dopo 14 anni di precariato, l’azienda mi ha dato molto e mi ha permesso di fare cose belle, divertenti e preziose, spero lo sia anche per gli altri. Quello che è avvenuto quel venerdì pomeriggio nella redazione di ‘Che sarà’ io in 35 anni di lavoro non l’avevo vista mai in tutta la mia vita lavorativa“, ha proseguito, specificando che “sono anche molto dispiaciuta, sono due settimane che i dirigenti, i miei superiori, dovrebbero offrire una ricostruzione anche pubblica di quello che è avvenuto e prendere provvedimenti ma sono due settimane che aspetto, vorrei che si dicesse con parole ferme”.

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