L'altra donna sarebbe la nipote del malavitoso. Centrodestra chiede chiarezza

Arriva dai social la foto, pubblicata da Giornale e La Verità, che ritrarrebbe il sindaco di Bari Antonio Decaro con una delle sorelle del boss Antonio Capriati e con la figlia della donna. L’immagine è stata postata da quest’ultima sui social lo scorso 7 maggio 2023, in occasione della festa di San Nicola, patrono della città. L’immagine è stata commentata da diversi esponenti di centrodestra, tra cui il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti e quello di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, che chiedono al primo cittadino di fare chiarezza.

Decaro: “Non sapevo chi fossero, nulla a che fare con clan”

E’ poi arrivata la replica da parte di Decaro. “Stamattina io mi sono svegliato e ho trovato la mia faccia su alcuni giornali nazionali e con accostata tra l’altro al termine mafia. Quando ho visto questa fotografia ho oscurato i volti delle due signore. Io mi sono chiesto chi fossero e la prima cosa che ho fatto ho contattato le persone con le quali lavorato in questi anni sul tema del contrasto alla criminalità organizzata e anche dell’antimafia sociale. Ho chiamato innanzitutto l’ex comandante della stazione dei carabinieri della città vecchia e poi il l’ex dirigente della Polizia di Stato e abbiamo avuto difficoltà a rintracciare chi fossero queste due persone in fotografia”, ha detto in una diretta sui social il sindaco di Bari. “Poi ho chiamato don Franco, il parroco della cattedrale, e abbiamo capito tutti insieme che sono due persone che diciamo sono parenti eh del boss Capriati ma che non hanno nulla a che fare con il resto della famiglia”. 

Decaro: “Foto davanti a un negozio come mi capita ogni giorno”

“A me dispiace, io ho le spalle larghe e onestamente me la sono andata pure a cercare questa attività di fare il sindaco e quindi di ricevere attacchi giusti, non giusti che arrivano da più parti, in quest’ultimo periodo soprattutto da parlamentari del centrodestra. Però onestamente queste due persone, di cui ho oscurato il volto, non c’entrano nulla e non vedo perché si devono trovare la foto sui giornali nazionali e in tutte le trasmissioni di oggi solo perché hanno chiesto al sindaco di fare una fotografia davanti al loro negozio, come mi capita ogni giorno con decine e decine di persone anche su quella strada eh dove ci sta questo negozio chissà quante fotografie fatto con tante persone”, ha dichiarato Decaro. 

Decaro: “Pronto a rispondere anche in Antimafia”

“Oggi mi ritrovo qui il centrodestra pugliese, da tutta la Puglia sono venuti qui i parlamentari nuovamente a fare una conferenza stampa. Hanno preso dichiarazioni di un pentito di sedici anni fa che erano state ritenute inattendibili e archiviate da parte dei magistrati che hanno indagato e che hanno anche detto che l’amministrazione comunale ha sempre contrastato la criminalità organizzata e l’hanno fatto diventare un fatto. Hanno mescolato questioni molto importanti rispetto alle inchieste di alcune persone che lavorano all’interno dell’azienda dei trasporti e l’hanno mescolate con questioni di carattere amministrativo legate al bilancio dell’azienda. Questioni sulle quali ho sempre risposto, nel senso che ho risposto quando mi hanno fatto le domande al question time in consiglio comunale, ho risposto quando una volta mi hanno chiamato in commissione e sono pronto a continuare a rispondere“, ha detto ancora il sindaco barese.

Decaro: “Insediata commissione Viminale, porte città spalancate”

“Stamattina abbiamo dato la nostra piena disponibilità alla commissione” del Viminale “che oggi è venuta a presentarsi, la commissione per l’ispezione alla quale abbiamo dato la disponibilità, la documentazione, tutto quello che servirà. Anche perché abbiamo fatto una direttiva a tutti i dirigenti delle ripartizioni di mettersi a disposizione di questa commissione insediata che riceverà da noi disponibilità per audizioni, per documentazione. Abbiamo le porte del comune spalancate. Non abbiamo niente da nascondere. Abbiamo sempre cercato di lavorare nel rispetto delle regole e della legalità”. 

“Non capisco quale sarebbe la trattativa Pd-mafia. Io vent’anni fa ero un giovane assessore, un ingegnere e mi occupavo di trasporti. Ero stato chiamato dal sindaco Emiliano per occuparmi della mobilità e uno dei primi temi che ho affrontato è stato proprio la mobilità nella città vecchia. Oggi ce lo siamo dimenticati perché, per fortuna, due terzi della città è pedonale, c’è la zona a traffico limitato, ci sono le telecamere e qualcuno è arrabbiato con me, ma quello era un periodo in cui c’era il parcheggio selvaggio, l’illegalità all’interno della città vecchia, non solo nel parcheggio: Bari vecchia vent’anni fa era ‘Scippolandia’”, ha raccontato Decaro ricordando l’episodio menzionato dal governatore Michele Emiliano.

Decaro: “Nessuna trattativa Pd-mafia, mai incontrato sorella di nessuno”

“C’erano un magistrato antimafia e un giovane assessore anche dal furore del tecnicismo che voleva chiudere la città vecchia. Non è stato facile. Si sono arrabbiati tutti in quel periodo. Si sono arrabbiati i residenti. Si sono arrabbiati i dipendenti del comune dei negozi della città. Si sono arrabbiati anche alcune persone legate ai clan criminali perché non credo sia stato per loro non entrare con l’automobile o vedersi spuntare le telecamere che recuperavano le targhe di chi entrava. E in quei giorni che son stati difficili, all’inizio soprattutto, poi sono stato sei mesi per chiudere la città vecchia, mi è anche capitato nei primi giorni di incontrare persone che mi hanno maltrattato. C’erano dei ragazzi abbastanza grandi che una sera m’hanno maltrattato, c’era uno che mi avvicinava diciamo il giubbotto, non so che c’aveva in tasca vicino a me, io lo dissi il giorno dopo ad Emiliano e qualche giorno dopo io Emiliano mentre andavamo in cattedrale da soli, abbiamo incontrato questo gruppo di persone e lui a modo suo, no? Da da magistrato antimafia, disse a quelle persone ‘Decaro lo dovete lasciare stare, quello è un giovane ingegnere, sta lavorando per me, serve al quartiere serve soprattutto ai bambini, li vedete i bambini che stanno per strada con le macchine che passavano davanti alla piazza della cattedrale’. Questo è stato io non so cosa ricordi Emiliano. Non ho mai incontrato la sorella di nessuno per parlare di questa cosa. Ho incontrato tante persone nella città vecchia per cercare di trovare una soluzione che tenesse insieme le esigenze dei residenti, le esigenze dei commercianti”.

Meloni: “Piantedosi corretto, nessun uso politico ispezione”

Intanto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha difeso l’operato del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel disporre l’ispezione. “Di quello che succede a Bari penso che le accuse rivolte al ministro Piantedosi siano francamente vergognose. Penso che il ministro Piantedosi abbia agito correttamente, l’accesso ispettivo che è stato disposto dal ministero dell’Interno non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento, è una verifica che va fatta ed è esattamente la stessa misura che sarebbe stata utilizzata nei confronti di qualsiasi altro Comune. Quindi le accuse di utilizzare politicamente questi strumenti le rinvio al mittente. Noi non abbiamo fatto alcuna forzatura. Avremmo fatto una forzatura se non avessimo disposto un accesso ispettivo che sarebbe stato disposto nella stessa condizione per qualsiasi altro Comune italiano”, ha detto la premier lasciando il teatro Savoia di Campobasso dove si è tenuta la cerimonia per la firma dell’accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo e la Regione Molise.

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