E' stata senatrice della decima legislatura, dal '87 al '92

Si è spenta a Roma, dopo una lunga malattia, Maria Fida Moro, figlia primogenita del leader della Dc Aldo Moro assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978. Aveva 77 anni. Maria Fida Moro è stata senatrice della decima legislatura, dal ’87 al ’92. Eletta con la Democrazia Cristiana, nell’arco della sua vita ha dedicato il suo impegno politico a diversi partiti, passando per l’adesione al gruppo di Rifondazione Comunista da indipendente per poi transitare nel gruppo misto, fino alla candidatura nelle liste del Psi e alla vicinanza ad Alleanza Nazionale.

Della sua esperienza politica, nel ’92 scrisse: “Tornerò a militare nell’unico partito che sento di riconoscere completamente: la mia coscienza”. Nel 2016 si è riaffacciata alla politica con la candidatura nella Capitale con la lista “Più Roma – Democratici e popolari” di Roberto Giachetti.

La sua vita è stata segnata dal rapimento e dall’omicidio del padre, che ha raccontato nel libro ‘La casa dei cento natali’, dal quale emergono gli aspetti umani di un protagonista della vita italiana; l’orgoglio di vivergli, la tragedia del rapimento e il pensiero che l’opera dello statista possa sopravvivere al tempo.

La morte di Maria Fida Moro è stata comunicata in apertura della seduta del Senato dal presidente Ignazio La Russa, che ha annunciato che nei prossimi giorni ci sarà un momento di commemorazione. Alla notizia è seguito il cordoglio del mondo politico. “Esprimiamo dolore e profondo cordoglio per la scomparsa, dopo una lunga malattia, di Maria Fida Moro, figlia dell’ex leader della Democrazia Cristiana ucciso dalle Brigate Rosse – la ricorda il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli -. In una vita segnata inevitabilmente dal rapimento ed omicidio del padre, aveva profuso il suo impegno impegno in politica, anche nelle fila di Alleanza Nazionale”.

“La ricordiamo – aggiunge il capogruppo di FI Maurizio Gasparri – con commozione impegnata in un’intensa attività, anche volta a onorare la memoria del padre”.

“Con Maria Fida – dice il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa – abbiamo girato in lungo e in largo l’Italia e agli incontri aveva sempre parole di forte incoraggiamento ai giovani, li sollecitava a credere in loro stessi ed a impegnarsi per la creazione di una società più giusta più umana”. “Ha battagliato per una vita, con tratti talvolta intransigenti, per tenere nel dibattito politico e culturale italiano la straordinaria lezione di suo padre”, scrive il capogruppi di Iv Enrico Borghi.

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