Lo ha detto a LaPresse l'ex segretario della Lega Lombarda e deputato dal 2006 al 2022, aggiungendo che "il Ponte sullo Stretto non è una priorità"

“Il Ponte sullo Stretto una ‘cagata pazzesca’? Ho usato quest’espressione” nei giorni scorsi alla festa della Lega di Melegnano, “ma è un dato di fatto. Io ritengo che il ponte sullo Stretto non può essere una priorità né politica né economica. Il ponte di Messina non può essere un progetto politico, un sogno che infiamma i cuori. Un’infrastruttura di per sé non può essere la ragione sociale di un partito politico”. Così a LaPresse Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega Lombarda e deputato del Carroccio dal 2006 al 2022. “Io sento un po’ tutti, compreso Umberto Bossi. Ogni tanto lo sento e ogni tanto lo vedo anche. Non metto in bocca parole a Bossi, dopodiché ovviamente non è contento di vedere una Lega che non è più la Lega“, sottolinea. Secondo Grimoldi, “è questione di coerenza. Se io mi presento alle elezioni dicendo cancelleremo la legge Fornero e poi mi faccio andar bene quota 104 per finanziare il ponte di Messina mi sembra l’esatto contrario di quello che ho detto in campagna elettorale”.

“Io sono favorevole alle infrastrutture, ma di quante infrastrutture – prosegue – abbiamo bisogno e sono urgenti? Una per tutte: basta parlare con Confindustria, se il 70% delle merci italiane per l’export parte da Malpensa, forse la Pedemontana lombarda ha una certa urgenza. Per quale motivo la Pedemontana lombarda è in project, cioè ci mettono i soldi anche i privati, e sul ponte di Messina lo Stato ci deve mettere 14 miliardi? Forse perché nessun privato vuole metterci dei soldi, perché sanno benissimo che non avranno mai un ritorno neanche con una concessione particolarmente lunga? Questo vuol dire che non è economicamente sostenibile”. Sulla scuola, inoltre, “è trent’anni che diciamo che all’interno della riforma dell’autonomia ci deve essere l’istruzione. La prima uscita dell’attuale ministro Valditara è stata che l’autonomia sulla scuola non si può fare. Me lo aspetto da un ministro non dal mio partito in coalizione, ma che ci sia un ministro in quota Lega che, dopo trent’anni che diciamo che nelle scuole del Nord studiamo a memoria i sette re di Roma e non uno dei 120 dogi di Venezia e che serve una certa autonomia per le nostre scuole, lo trovo quantomeno singolare”, conclude Grimoldi. 

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