Il ministro degli Esteri ha fatto il punto su Rtl 102.5

In Italia non c’è il rischio di attentati imminenti legati alla crisi in Medio Oriente ma il governo “non sottovaluta i rischi” e “svolge controlli”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di un’intervista a ‘L’indignato speciale’ su Rtl 102.5. “Le cose possono cambiare – spiega Tajani – non bisogna drammatizzare ma neanche sottovalutare”. In Italia, aggiunge, “non si è mai sottovalutato il rischio di possibili attentati o che un esaltato possa trasformarsi in terrorista”. In questo momento, sottolinea, si sta facendo di tutto per proteggere i cittadini “a partire da quelli di religione ebraica” con le sinagoghe e i quartieri nei quali vivono “particolarmente sorvegliati”.

“Per noi la priorità è quella di far uscire il maggior numero di italiani dall’area a rischio. Questa notte sono tornati carabinieri che erano a Gerico e stiamo cercando di far uscire dal valico di Rafah un gruppo di italiani, sono circa una dozzina, che erano nella Striscia di Gaza” ha detto ancora Tajani. “Alcuni di questi italiani sono italo-palestinesi“, aggiunge, spiegando che si sta aspettando l’accordo “tra israeliani ed egiziani” sul valico di Rafah. “Stiamo lavorando con il consolato a Gerusalemme e l’ambasciata al Cairo – sottolinea – mentre si sono esaurite le richieste degli italiani che volevano rientrare da Israele”. 

Manifestazioni pro Palestina: “Ingiusto vietarle se pacifiche”

“La Francia fa le sue scelte ma credo che in Paese democratico vietare le manifestazioni quando non sono violente non sia una cosa giusta” ha spiegato ancora il ministro degli Esteri. “Ci sono state manifestazioni pacifiche negli Stati Uniti – sottolinea – che è il Paese più impegnati nella difesa di Israele. Anche in Gran Bretagna si sono svolte. Quando poi diventano violente o una minaccia alla sicurezza è un’altra cosa”. 

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