Migranti, Dl Sud: “In Cpr 18 mesi se straniero non collabora”

Previsto dal testo del decreto pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale: "Centri dichiarati opere di difesa e sicurezza nazionale"

Il trattenimento di stranieri irregolari all’interno dei centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) sarò prorogabile fino a 18 mesi “nei casi in cui, nonostante sia stato compiuto ogni ragionevole sforzo, l’operazione di allontanamento sia durata più a lungo a causa della mancata cooperazione da parte dello straniero o dei ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione dai Paesi terzi”. È quanto si legge nel Decreto Sud pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. La proroga – prevede il decreto – deve essere convalidata dal giudice su richiesta del Questore.

I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) sono dichiarati “di diritto quali opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale” si legge ancora. L’articolo 21 del decreto prevede un fondo da 20 milioni di euro per il 2023 destinati alla realizzazione delle strutture per il trattenimento e rimpatrio dei migranti irregolari. A essere incaricato della realizzazione dei Cpr che prevede la “progettazione” e “realizzazione delle strutture individuate dal piano, dislocate sul territorio nazionale” sarà “il Ministero della difesa – si legge nel decreto – mediante le proprie competenti articolazioni del Genio militare, l’impiego delle Forze armate e avvalendosi di Difesa Servizi spa”.