Una Giorgia Meloni a tutto campo. Nella prima conferenza stampa dopo le ferie estive, la presidente del Consiglio si sottopone alle domande dei giornalisti e spazia su vari argomenti: detta le priorità sulla legge di bilancio, dice no al ritorno alle vecchie regole del patto di stabilità europeo che sarebbe “drammatico”; infine ‘punge’ il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, dopo la polemica innescata dai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, e difende il compagno Andrea Giambruno per le sue parole finite nella bufera.
L’occasione è l’incontro con la stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha dato via libera al dl Caivano. Meloni arriva a conferenza iniziata, si scusa per il ritardo e, dopo gli interventi di tutti gli altri ministri competenti, prende la parola per sottolineare gli aspetti principali del provvedimento. Poi risponde alle domande dei cronisti su altri temi, dicendo la sua sui temi che hanno tenuto banco nelle ultime settimane. Il più recente riguarda il ruolo del commissario Gentiloni: “Da quando ogni nazione ha un commissario accade che abbia un occhio di riguardo. Penso che sia normale e giusto e sarei contenta se accadesse di piu per l’Italia“, è la stilettata della premier, che invece difende il compagno giornalista, che aveva invitato le ragazze a evitare l’abuso di alcol per evitare di incorrere nel ‘lupo’. “Nessuna giustificazione agli stupratori”, secondo Meloni, che ritiene che “Andrea Giambruno abbia detto in modo frettoloso e assertivo una cosa diversa da quella che è stata interpretata dai più. Voleva dire una cosa che mi diceva anche mia mamma: ‘Occhi aperti e testa sulle spalle’ perché purtroppo gli stupratori esistono, non abbassate la guardia”. E comunque “vi prego di non chiedermi conto di quello che dice Giambruno, non gli dico io cosa deve dire: io credo nella libertà di stampa”.
Ci sono poi i temi economici, a partire dal patto di stabilità e dalla manovra. Sul primo tema “sono convinta che sia di fondamentale importanza riuscire a modificare le regole della governance prima che entrino in vigore vecchi parametri, e se non si riuscisse proporrei di prorogare le attuali regole, perché tornare ai parametri pre-covid“, cioè “alle vecchie regole sarebbe drammatico“, afferma la presidente del Consiglio, passando quindi alla legge di bilancio: “Il rallentamento dell’economia tutti gli analisti l’avevano previsto, in cui l’Italia si trova coinvolta per trascinamento. Sicuramente ne dobbiamo tenere conto ed è la valutazione alla base della manovra finaziaria”, dice, annunciando che “la mia intenzione è di concentrare il grosso delle risorse su pochi provvedimenti invece che disperderle in piccole misure”, e indicando le priorità in “salari, pensioni dei giovani, sanità e famiglie e natalità”. Inevitabile, a questo proposito, un passaggio sul Superbonus, “un’eredità oggettivamente pesante” che “di fronte a una stima iniziale di 36,5 miliardi è arrivato a una spesa di 93 miliardi e supererà i 100 miliardi”.
Come ribadito anche il giorno prima, la premier sembra in ogni caso confidare nella compattezza della coalizione per affrontare le prossime sfide, e non dà peso alle ‘liti’ tra i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. “Non mi preoccupano particolarmente, la considero una dialettica normale tra forze politiche che hanno diverse sfumature e rivendicano le loro peculiarità, anche in vista di una campagna elettorale proporzionale. Sono certa che non ci saranno ripercussioni di alcun tipo per il Governo“, assicura, dedicando un ultimo accenno alla strage di Ustica, tornata alla ribalta dopo le dichiarazioni dell’ex premier Giuliano Amato: “Non ho sentito Macron” e “ho chiesto a Giuliano Amato degli elementi perché per porre delle questioni bisogna averli: è una questione di credibilità del Governo”.