Bufera per le parole del responsabile comunicazione della regione Lazio ed ex terrorista nero

Bufera su Marcello De Angelis, responsabile comunicazione della regione Lazio ed ex esponente della destra extraparlamentare, per le sue parole sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980. Il portavoce di Francesco Rocca ha scritto in un post su Facebook che “con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini“. 

Il messaggio

“Il 2 agosto è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)”, si legge nel lungo messaggio. “Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage – prosegue – Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere. A me, con questo ignobile castello di menzogne, hanno tolto la serenità, gli affetti e una parte fondamentale della vita. Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi…”.

Le opposizioni: “Rocca si dissoci”

Le opposizioni chiedono al presidente della Regione di dissociarsi dalle parole di De Angelis. “Non soltanto De Angelis, ex terrorista dei Nar, tenta di riscrivere la storia nonostante le sentenze passate in giudicato sui fatti del 2 agosto 1980, ma si scaglia contro chi come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda la verità storica e cioè la matrice fascista della strage di Bologna. Noi tutti dobbiamo rispetto alle 85 vittime e agli oltre 200 feriti”, ha detto in una nota Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della segreteria nazionale del Pd.”Marcello De Angelis non parla più solo come privato cittadino, essendo oggi il portavoce della comunicazione istituzionale della Regione Lazio – ha aggiunto – Per questo chiediamo al presidente Francesco Rocca di prendere immediatamente le distanze dalle sue parole”. A farle eco il consigliere regionale di Azione, Alessio D’Amato: “Presidente Rocca prenda le distanze dal suo portavoce De Angelis. Le sue parole sono un affronto ai familiari delle vittime della strage neofascista di Bologna e alla verità giudiziaria. Non trascini l’istituzione regione in questo affronto storico”.

La replica: “Se dovrò pagare con il rogo ne sono orgoglioso”

Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso“, ha poi replicato De Angelis, sempre su Facebook, dopo le polemiche. “Come ogni libero cittadino di questa Nazione – afferma De Angelis – ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio“, ha aggiunto. 

Bonaccini: “De Angelis venga a dirle a Bologna queste cose”

Ignobile e bugiardo. Venga a dirle a Bologna queste cose. Guardando negli occhi i famigliari delle vittime della strage fascista del due agosto”. Così, su Twitter, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini commenta le affermazioni del portavoce di Rocca. 

Schlein: “Ignobile riscrivere la storia, De Angelis si dimetta”

“Lo abbiamo detto in piazza di fronte alla stazione solo qualche giorno fa, il 2 agosto, in occasione dell’anniversario della strage di Bologna: non accettiamo ulteriori depistaggi e tentativi di riscrivere la storia, negando le evidenze processuali per cui l’associazione dei familiari delle vittime si è tanto battuta e la Procura di Bologna e le forze dell’ordine hanno lavorato in questi anni. Tantomeno se questi tentativi ignobili arrivano dal portavoce del Presidente della Regione Lazio: servono dimissioni immediate”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein, chiedendo un passo indietro di Marcello De Angelis. “Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati – aggiunge la segretaria dem -. È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale”. “Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia del ‘900. Le evidenze processuali dimostrano che è stata una strage di matrice fascista – sottolinea Schlein – commessa da organizzazioni neofasciste, con un disegno eversivo, facilitato da apparati deviati dello Stato. E se qualcuno fatica a riconoscerlo non è adatto a ricoprire incarichi istituzionali di nessun tipo”.

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