Le aliquote Irpef passano da quattro a 3 e vengono ridotte le tasse sulle tredicesime

Ok definitivo da parte del Parlamento alla delega fiscale, con il Governo chiamato ora a redigere i decreti attuativi entro i prossimi 24 mesi. Numerose le novità previste dalla nuova disciplina. La prima sta nella riduzione delle aliquote Irpef, che passano da quattro a tre, nella prospettiva – nell’arco della legislatura – di transizione del sistema verso un’aliquota unica. Vengono ridotte le tasse sulle tredicesime, oltre che sugli straordinari e sui premi di produttività, che diventeranno così più ‘pesanti’, limitando l’applicazione della flat tax incrementale originariamente nelle intenzioni del governo.

Per quanto riguarda l’Ires per le imprese, affianco alla misura ordinaria dell’aliquota, pari al 24%, è disposta la riduzione dell’aliquota stessa sulla parte di reddito impiegata in investimenti, in nuove assunzioni o in schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili. Se l’Irap, nelle intenzioni del governo, verrà gradualmente superata, l’Iva verrà invece ridefinita sulla base di presupposti che rendano l’imposta più aderente alla normativa Ue.

Sul fronte dell’accertamento fiscale, uno dei capitoli più importanti della delega approvata, viene introdotta la possibilità di accedere a un concordato preventivo biennale per i soggetti di minori dimensioni, come Pmi e partite Iva: questi avranno la possibilità di aderire alla proposta sviluppata dall’Agenzia delle entrate, in base all’incrocio delle banche dati, ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap, pagando quanto pattuito in due anni.

Inoltre, si intende realizzare un potenziamento e una semplificazione del regime dell’adempimento collaborativo (anche attraverso maggiori meccanismi premiali). Vengono inoltre riconosciuti vantaggi fiscali – come la riduzione di almeno due anni dei termini di decadenza per l’attività di accertamento – per i contribuenti il cui sistema integrato di gestione del rischio fiscale sia certificato da professionisti qualificati.

Si introduce poi un regime di adempimento collaborativo per le persone fisiche che trasferiscono la propria residenza in Italia e per quelle che la mantengono all’estero ma possiedono nel nostro Paese, anche per interposta persona o tramite trust, un reddito complessivo mediamente pari o superiore a un milione di euro. Stop inoltre alle procedure automatiche di pignoramento sui conti correnti.

Novità anche sulle modalità di versamento dell’Irpef da parte di lavoratori autonomi e imprenditori individuali, immaginate nell’ottica di una migliore distribuzione del carico fiscale nel tempo, ovvero con la rateizzazione dei versamenti degli acconti e dei saldi e con un’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto. E’ previsto inoltre l’ampiamento delle forme di pagamento, consentendo al contribuente di utilizzare un rapporto interbancario diretto (RID), o di altri strumenti di pagamento elettronico.

Ulteriore novità è la possibilità di estendere il regime della cedolare secca agli immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo, se il conduttore è un esercente o una attività d’impresa, o di arti e professioni. Inoltre, nell’ambito del riordino delle tasse automobilistiche, il governo è chiamato valutare l’eventuale cancellazione del ‘superbollo’ per i veicoli di potenza superiore a 185 chilowatt.

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