A dirlo è il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga

Le Regioni ritengono il Pnrr e le proposte di modifica fondamentali “per il successo degli interventi che dovranno concludersi rispettando il termine del 2026 al fine di garantire la piena attuazione del piano. Il documento sulle proposte di revisione delle singole misure è stato oggetto oggi di discussione all’interno della Conferenza delle Regioni, dopo la sua presentazione nella Cabina di regia”. A dirlo è il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. “Alla fase di elaborazione del documento di revisione non abbiamo lavorato, ma cogliamo positivamente la disponibilità del ministro al confronto e al dialogo – osserva -. Si propone pertanto una revisione che individua per le misure oggetto di revisione, o di stralcio dal Pnrr, fonti di finanziamenti afferenti alle politiche di coesione e in particolare al FSC. Occorre, per questo, rafforzare i meccanismi di raccordo e il supporto con le Amministrazioni regionali e le Province autonome, soprattutto in relazione alle questioni tecniche, di attuazione e monitoraggio, in considerazione della definizione di misure correttive necessarie al superamento delle criticità o propedeutiche alla formulazione di proposte di aggiornamento o modifica del Pnrr, anche attraverso la costituzione di una specifica Cabina di regia. Sarà quindi necessario – conclude Fedriga – un confronto al fine di assicurare un allineamento e una coerenza con le progettualità e le programmazioni regionali già avviate. Per questi motivi ho scritto al ministro Fitto per un incontro al fine di affrontare le nostre richieste e proposte”.

“Rischio blocco cantieri senza certezza finanziamenti”

Nella bozza del documento contenente le osservazioni delle regioni si legge la preoccupazione per il definanziamento di alcuni progetti con passaggio al bilancio nazionale. “La sostituzione delle risorse UE con quelle del bilancio nazionale potrebbe rappresentare un’incognita forte data da saldi di finanza pubblica e dall’entrata in vigore della nuova governance europea, un rischio blocco dei cantieri senza la certezza dei finanziamenti e, infine, un rischio per le autonomie speciali di definanziamento degli interventi laddove riferiti a finanziamenti statali non a loro destinati (in particolare, il problema si pone per le Regioni e le Province autonome in relazione ai finanziamenti statali su leggi di settore)”, si legge. 

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