Ue, Meloni torna a parlare con Macron

Faccia a faccia di oltre un’ora e mezza tra i due leader. Sul tema migranti la questione Tunisia, per la premier c'è il rischio che la situazione vada fuori controllo in estate: "Rischiamo 900mila arrivi"

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un bilaterale con il presidente francese, Emmanuel Macron. I due si sono incontrati nell’hotel al centro di Bruxelles dove alloggiano in un faccia a faccia durato un’ora e quaranta minuti. Tra i temi al centro del colloquio, a quanto si apprende, la gestione dei flussi migratori, il sostegno all’Ucraina, la politica industriale europea, l’energia e la riforma del Patto di stabilità e crescita. 

Il tema dei migranti è entrato a gamba tesa nel Consiglio europeo. O meglio nel dibattito italiano sul vertice dei leader Ue. Già entrando a Palazzo Europa la premier Giorgia Meloni ha voluto premere sul tema che è stato il suo cavallo di battaglia allo scorso Consiglio straordinario del 9 febbraio. “Mi aspetto passi in avanti nel dossier migranti, che verrà aggiornato con una relazione della presidente della Commissione, che racconterà dei passi concreti sulla base delle conclusioni” dello scorso vertice, ha esordito la premier, dicendosi “soddisfatta dalla bozza di conclusioni” anche per il riferimento alla richiesta alla Commissione di “procedere spedita” per il rimando “sullo stato di verifica di queste misure a un altro Consiglio europeo”. Insomma, per il governo italiano, anche se al tema è dedicato solo un breve paragrafo nelle conclusioni, a contare è il rimando alla relazione di von der Leyen, con tanto di cifre e azioni, che fanno seguito a quanto deciso dai leader un mese e mezzo fa. Poi c’è l’impegno dei leader a tornare sull’argomento su base regolare, ovvero al Consiglio di giugno già programmato, a meno che non si decida di convocarne un altro straordinario a maggio, come ipotizzano alcune fonti europee. In ogni caso, la strategia è tenere il fiato sul collo della Commissione europea e registrare i progressi sui partenariati coi paesi terzi, i rimpatri, la gestione delle frontiere e la lotta ai trafficanti. Per l’inquilina di Palazzo Chigi “il tema della migrazione è considerato oggi centrale, se vogliamo impensabile fino a qualche mese fa” e questa “è un’ottima notizia”. Non essendoci nuove conclusioni da approvare, al termine della relazione di von der Leyen, è previsto un giro di tavolo con alcune reazioni dei leader, ma, a quanto si apprende, il numero degli interventi è andato aumentando.

Intanto, nella prima sessione del Consiglio, von der Leyen ha espresso la necessità di “incrementare il numero di ingressi regolari di lavoratori da paesi terzi” e menzionato “l’esperienza estremamente positiva dell’Italia sui corridoi umanitari”. In ballo c’è anche la situazione della Tunisia, una polveriera che potrebbe esplodere con un collasso economico e che provocherebbe un nuovo flusso di migranti. La commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha annunciato che ad aprile si recherà nel paese assieme al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e forse con l’omologo francese Gérald Moussa Darmanin, anche per discutere dei “percorsi legali” su cui occorre investire. “Stiamo lavorando a stretto contatto con l’Italia e c’è una buona cooperazione“, ha affermato. Di tutt’altro avviso è la leader del Partito democratico, Elly Schlein, che da Bruxelles respinge la narrativa del governo. “Rivendicano una centralità per due righe che non dicono niente di concreto”, ha affermato dopo aver partecipato al prevertice del Partito socialista europeo e aver incontrato i commissari Gentiloni e Timmermans. Per la giovane segretaria la celebrazione del governo sul tema migranti in Europa “non è la strada giusta, perché fanno le domande sbagliate all’Unione europea”. Dovrebbero invece chiedere una maggiore condivisione delle responsabilità sull’accoglienza – è la sua tesi – e il superamento del regolamento di Dublino, che il Parlamento europeo aveva provato a cambiare nella scorsa legislatura senza il contributo della destra – rimarca Schlein -. E poi chiedere una missione europea di ricerca e soccorso in mare, una ‘Mare nostrum’ targata Ue, “perché dove non arrivano purtroppo le motovedette della Guardia costiera e le organizzazioni non governative vediamo ancora tragedia e stragi in mare”. 

Meloni a vertice Ue, in estate rischio situazione fuori controllo

Meloni nel corso della discussione con i leader ha poi posto l’accento sulla situazione in Tunisia, ritenuta molto preoccupante, e sul fatto che gli arrivi in Italia sono triplicati rispetto al 2022. La presidente Meloni – riferiscono le fonti – ha sottolineato che, se questo trend continuerà, questa estate la situazione sarà fuori controllo. Per la presidente del Consiglio occorre dunque un rafforzamento della cooperazione con Paesi di origine e transito, misure concrete contro i trafficanti, l’offerta di maggiori possibilità di ingressi legali, il rafforzamento dell’attività di ricerca e soccorso e l’avanzamento del lavoro sui rimpatri.