Il provvedimento tornerà alla Camera per una terza lettura, visto che al Senato è stata apportata una lieve modifica rispetto al testo esaminato inizialmente a Montecitorio

L’aula del Senato ha approvato, all’unanimità e per alzata di mano, il disegno di legge sull’Equo compenso delle prestazioni professionali. Il provvedimento – votato precedentemente articolo per articolo e senza l’esame di emendamenti – tornerà alla Camera per una terza lettura, visto che al Senato è stata apportata una lieve modifica rispetto al testo esaminato inizialmente a Montecitorio. 

Petrenga (FdI): “Svolta per milioni professionisti”

“Desidero fare mie le parole della Consulta quando affermò quanto fosse urgente una regolazione dell’Equo compenso delle prestazioni professionali. Parole che hanno trovato ascolto nel testo di legge che oggi approveremo. Dopo 14 anni dalle famose ‘lenzuolate’, a 8 anni dall’abolizione delle tariffe, la liberalizzazione delle libere professioni è divenuta deregolamentazione, sfruttamento, spesso impossibilità per i giovani di intraprendere e sostenere la propria professione. Si badi bene, questa non è una battaglia sindacale né di categoria. E’ una battaglia per la tutela effettiva dei diritti e delle prestazioni professionali perché sostenibilità della professione e qualità della prestazione sono facce della stessa medaglia”. Lo dice in aula durante le dichiarazioni di voto sulla legge sull’Equo compenso la senatrice di Fratelli d’Italia Giovanna Petrenga, che aderisce al gruppo Civici d’Italia – Nm – Maie. “In Italia la contrattazione collettiva – aggiunge la senatrice – copre più del 90 per cento dei lavoratori dipendenti mentre i professionisti lottano quotidianamente con contrattazioni al ribasso e con bandi pubblici che a volte vorrebbero le prestazioni gratis. Come Fratelli d’Italia, pur essendo stata la prima proposta di legge al riguardo a firma di Giorgia Meloni e calendarizzata grazie all’allora capogruppo Francesco Lollobrigida nella precedente legislatura, non abbiamo intenzione di piantare bandierine e ovviamente non lo permetteremo ad altri di farlo. Bisogna sottolineare che la legge, rispetto alle iniziali previsioni, si estende agli avvocati e ai professionisti iscritti a Ordini e Collegi ma anche alle professioni associative non regolamentate. Con l’Equo compenso in Italia non resterà indietro più nessuno. Certo, sappiamo bene che si può fare sempre meglio ma intanto dovevamo dare una risposta a milioni di autonomi e credo che siamo riusciti a fare un lavoro importante e molto positivo, grazie anche al dialogo registrato con gli altri gruppi politici che ringrazio per la collaborazione. Per tali ragioni il Gruppo Civici d’Italia – Noi Moderati – Maie voterà a favore”- conclude. 

Bazoli (Pd): “Migliorato legge ma serviranno altre modifiche”

“Anche il Pd ha votato a favore del disegno di legge sull’Equo compenso per i professionisti, anche se non siamo molto soddisfatti di come si è arrivati in Aula. Condividiamo gli obiettivi e l’impianto del testo, che ricordiamo non è una rivoluzione ma il miglioramento della legge Orlando che già due legislature orsono ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell’Equo compenso. Ma rimane un’occasione mancata non aver apportato piccole modifiche sulle quali anche la maggioranza è d’accordo, visto che ha presentato ordini del giorno su cui il governo si è espresso in modo favorevole”. Lo dice il senatore Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, che è intervenuto nell’Aula del Senato. “Condividiamo l’obiettivo – ha proseguito Bazoli – di garantire ai professionisti un compenso dignitoso, tenendo conto che dopo l’abolizione delle tariffe minime e massime per adeguarci all’Ue, troppo stesso committenti forti hanno imposto condizioni contrattuali tali da ledere la dignità del lavoro. Condividiamo l’impianto del testo, che riprende esattamente la legge Orlando e la migliora. Non siamo però soddisfatti di come ci si è arrivati. Ritenevamo che il disegno di legge fosse migliorabile in dettagli significativi, e per questo avevamo presentato emendamenti in commissione sostanzialmente condivisi dalla maggioranza, se è vero che ha presentato ordini del giorno su cui il governo ha dato parere favorevole. L’argomento dell’approvazione rapida, che non ci convinceva, è venuto meno quando un bug nel testo ha reso necessaria una modifica e il ritorno alla Camera. Si tratta di cambiamenti richiesti dalle categorie professionali e che si dovranno apportare in futuro, come quelle sulla sanzione disciplinare ai professionisti e sull’estensione della normativa anche alle associazioni di professionisti non organizzati in collegi e ordini. Per questo non abbiamo l’atteggiamento della maggioranza, che modo di legiferare è questo?”. 

Zanettin: “FI al fianco dei professionisti”

“Forza Italia è da sempre vicina al mondo delle professioni: i professionisti ci vedranno costantemente al loro fianco per tutelare, difendere e valorizzare il prezioso lavoro che svolgono. Sosteniamo dunque, con convinzione, il provvedimento sull’Equo compenso, un intervento atteso da anni e oggi finalmente vicino all’approvazione dopo gli sforzi andati a vuoto nella precedente legislatura”. Così il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin intervenendo durante le dichiarazioni di voto sull’Equo compenso. “I professionisti – ha proseguito – sono un vanto della storia, della cultura e del tessuto economico del Paese. Questo testo mira a rafforzarne le tutele a fronte delle troppe, inaccettabili mortificazioni che sono ancora costretti a subire a causa di contratti capestro che ne sviliscono il ruolo. Questa è davvero l’occasione per dare un segnale forte contro quella proletarizzazione delle professioni a cui ci opporremo sempre. Sappiamo che il provvedimento non risolve tutti i problemi, ma è comunque un passo avanti importante. Restano dei problemi sul tappeto che contiamo di definire quanto prima in modo più compiuto. Penso al tema della retroattività della norma, su cui dovremo lavorare in futuro, e a quello della sanzione disciplinare per il professionista che accetti clausole vessatorie, un’ipotesi che va interpretata non come una spada di Damocle ma come una tutela rafforzata contro i contratti capestro. Siamo fiduciosi che il testo riceverà dalla Camera un’approvazione rapidissima”, ha concluso. 

Cucchi (Avs): “Manca tutela professionisti più deboli”

“Avremmo voluto che questo testo venisse arricchito dei suggerimenti e degli apporti dell’Avvocatura, del movimento forense e degli stessi sindacati che tutelano il lavoro autonomo. Alleanza Verdi e Sinistra vota a favore perché, nonostante le lacune, riconosciamo al provvedimento il merito di voler tutelare alcuni settori del lavoro intellettuale, quando questo è svolto in convenzione con le imprese bancarie e assicurative e grandi imprese. Non possiamo non sottolineare però che tali migliorie si riferiscono a rapporti di lavoro con grandi committenti e con le pubbliche amministrazioni, limitando nei fatti la platea dei lavoratori autonomi coperti. Inoltre questa legge, paradossalmente, prevede una sanzione disciplinare in caso di accettazione di un compenso sotto soglia, pur essendo il professionista in posizione di debolezza rispetto il committente. Sarebbe stato necessario arrivare ad una legge che avesse tutelato tutti i professionisti autonomi, soprattutto quelli contrattualmente più deboli. Il testo si sarebbe potuto migliorare, ma nel complesso il nostro giudizio è favorevole”. Lo ha detto in Aula la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi, durante la discussione sul Ddl in materia di Equo compenso per le prestazioni professionali, già approvato alla Camera. 

Gelmini: “Legge attesa, da Terzo polo contributo importante”

 “Oggi facciamo un altro passo verso l’approvazione definitiva dell’equo compenso, una legge molto attesa dai liberi professionisti. Come Azione-Italia Viva abbiamo dato un contributo importante e siamo stati i primi tra i gruppi parlamentari a depositare in Parlamento disegni di legge che ricalcavano le norme già approvate dalla Camera un anno e mezzo fa, Enrico Costa l’ha fatto alla Camera, io al Senato. Quello che conta ora è ribadire le giuste ragioni di questa proposta di legge che intende difendere il lavoro dei liberi professionisti, il loro impegno, la qualità della loro opera nei confronti di committenti che potrebbero in qualche modo approfittare di un maggiore potere contrattuale per ottenere tariffe e condizioni che sviliscano l’attività professionale. Si dirà che quello che stiamo facendo non è ‘liberale’, perché mettiamo un vincolo al mercato, alla libera contrattazione fra le parti. Non è così. Da liberale difendo queste norme perché la contrattazione deve essere realmente libera, e quando uno dei due contraenti ha una forza economica più grande del professionista, è evidente che occorre un presidio che garantisca l’equità. La Camera ora licenzi al più presto questa legge, è un segnale che dobbiamo dare al mondo delle libere professioni”. Così Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione, intervenendo in Aula al Senato.

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