Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è intervenuto in Commissione Affari costituzionali al Senato. “Una forte richiesta italiana” e che vi sia una “specificità delle frontiere marittime” dove è indispensabile la cooperazione europea “per la ricerca e il salvataggio in mare”. Il capo del Viminale ha anche annunciato che il tema sarà “in agenda” nel “prossimo Consiglio per gli Affari interni” rappresentando un “radicale mutamento di paradigma per il massimo organo decisionale europeo”.
“I nostri valori di solidarietà non possono fermarsi alla banchina di sbarco ma alle aspettativa di vita del migrante” ha aggiunto Piantedosi.
Uno scafista in stato di fermo
L’imbarcazione naufragata dal Crotonese facendo 64 vittime di cui 14 minorenni era “condotta presumibilmente da tre scafisti di cui uno sototposto a fermo“. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante le comunicazioni sulle linee programmatiche del Viminale in Commissione Affari costituzionali al Senato. “È una tragedia che interroga le nostre coscenze per fermare traversate così pericolose”, ha detto Piantedosi. “L’imperativo – ha aggiunto – è combattere scafisti e partenze solo con azioni decise della Ue e dei Paesi di origine e transito per evitare che chi scappa da guerre e povertà si affidi a trafficanti di esseri umani senza scrupoli”.
Messaggio ai migranti: “Fermatevi e verremo a prendervi”
“Ho detto fermatevi verremo noi a prendevervi” con la forza dei “corridoi umanitari” e delle “evacuazioni”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, replicando in Senato alla Commissione Affari costituzionali sul naufragio nel Crotonese che ha fatto 64 morti e con riferimento alle sue frasi che hanno suscitato polemica politica. “È questo il senso dei corridoi umanitari che stiamo facendo con gli accordi con Sant’Egidio” ha affermato Piantedosi ai senatori.
“Un ministro dell’Interno non può esprimere il candore dei propri sentimenti, ho pudore di fronte alla tragedia” sostiene Piantedosi, parlando del ‘senso’ delle sue parole sul naufragio di Crotone. “Se lo facessi – ha aggiunto Piantedosi – credo che avrei molto di più il vostro gradimento ma non farei a fondo il mio dovere“.”L’approccio emotivo di fronte a questo grande tema umano e umanitario” ha proseguito il ministro con riferimento alle migrazioni si ferma “fino allo sbarco” per mostrare “assoluta indifferenza rispetto alla fine di queste persone, diseredate ai margini della società, alla stazione Termini”. “Il dramma esistenziale – ha concluso – non si può fermare alla spinta migratoria ma a che tipo di futuro riusciamo a dare qui. Non vogliamo chiudere nessun ‘rubinetto’ ma ci dobbiamo porre il problema della sostenibilità, un’esigenza che appare arida e legata alla freddezza delle condizioni giuridiche ma è necessaria”.
“C’è un’indagine in corso alla quale nessuno si sottrae e non mi sottrarrò per quelle che saranno le cose che si riveleranno, la ricostruzione” ma “non credo ci sia stato alcun ritardo” e “non ho alcun motivo per credere a errori o sottovalutazioni perché so come operano i nostri soccorritori”.