Riunione a Palazzo Chigi con l'Abi, oltre a Cdp e Sace, poi le categorie. Oggetto del meeting, lo stop alla cessione dei crediti decretato dall'esecutivo
Riunione a Palazzo Chigi sui bonus edilizi. Al centro del confronto tra governo, Abi, Cdp e Sace i crediti del superbonus. Presenti il sottosegretario Alfredo Mantovano, i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), e Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente), oltre al sottosegretario alle Imprese, Fausta Bergamotto. L’incontro è stato convocato dopo il decreto governativo che ha siglato lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura per i bonus edilizi, e in particolare per il Superbonus 110%. I crediti incagliati sono, ha detto Giorgetti, pari a 110 miliardi. Sotto Palazzo Chigi, fuori dalla piazza su via del Corso, si è radunata una ventina di persone in rappresentanza di imprese, lavoratori e committenti che si sono autodefiniti ‘esodati’ del superbonus.
A seguire c’è stata un’altra riunione con le associazioni di categoria, tra cui Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza cooperative italiane. Queste le reazioni dopo l’incontro.
Governo: “Ferma determinazione per soluzioni”
“Al termine degli incontri svolti oggi a Palazzo Chigi, sentito il Presidente Giorgia Meloni, il Ministro Giancarlo Giorgetti conferma, unitamente al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al ministro Gilberto Pichetto Fratin e agli altri esponenti di Governo presenti, la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi“. È quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi. “Partendo dal decreto legge approvato lo scorso 16 febbraio, il Governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate – prosegue la nota – per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente nel rispetto delle norme”.
“Tale situazione, che l’Esecutivo Meloni ha ereditato riguardante i cosiddetti ‘crediti incagliati’ (cioè i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire) verrà esaminata al più presto in un tavolo tecnico al quale saranno presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria oggi intervenuti”, prosegue la nota. “Nel tavolo tecnico saranno individuate norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma”.
“Il Governo ribadisce, come già illustrato al termine del Consiglio dei Ministri, la permanenza dei bonus per l’edilizia nella forma delle consuete detrazioni d’imposta dalla dichiarazione dei redditi“, continua la dichiarazione di Palazzo Chigi.
Imprese: governo apre a F24 per gestione crediti da parte delle banche
Il governo ha aperto alla possibilità che i crediti siano gestiti dalle banche attraverso l’utilizzo degli F24. Così i rappresentanti delle imprese – Ance, Confartigianato, Confapi, Confimi edilizia, e Cna – dopo l’incontro a Palazzo Chigi con il governo sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi, tra cui il superbonus. La questione dei crediti incagliati – viene spiegato – è quella che preoccupa di più le imprese.
Imprese: crediti pregressi siano presi da Eni ed Enel
I crediti pregressi incagliati del superbonus potrebbero essere presi in carico da Eni e Enel. È la richiesta delle imprese al governo, così come viene raccontata in uscita dalla riunione a Palazzo Chigi sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi. Per la presidente dell’Ance Federica Brancaccio ci dovrebbe essere “un’apertura da parte delle partecipate a comprare i crediti pregressi“. “L’auspicio – dice il presidente di Confapi Cristian Camisa – è che, in attesa dell’anticipo degli F24 da parte delle banche, si possa arrivare a un prestito ponte da parte di Eni e Enel, che hanno capienza“.
Brancaccio (Ance): “Soddisfatti da apertura governo”
“Siamo soddisfatti dell’apertura mostrata dal Governo sul tema. Sono consapevoli del fatto che i bonus nel settore edilizio abbiano contribuito al Pil e al gettito fiscale. Abbiamo trovato un confronto franco e una grande consapevolezza da parte del Governo che vanno sbloccati i crediti pregressi e che serve un tavolo tecnico immediato anche per il futuro. Il Governo ci ha dato aperture e rassicurazioni per i crediti pregressi, anche attraverso l’utilizzo degli F24, una delle misure proposte da noi e dall’Abi”. Così la presidente di Ance, Federica Brancaccio, a margine dell’incontro con il Governo a Palazzo Chigi sul tema bonus edilizi. “Si è ragionato sulla possibilità eventualmente di consentire ancora lo sconto in fattura per alcune fasce di reddito per gli incapienti”, ha aggiunto Brancaccio.
Confedilizia: “Governo risolva questione crediti incagliati”
“Abbiamo chiesto al Governo di risolvere anzitutto la questione dei crediti incagliati, che sta creando enormi problemi ai proprietari di casa, e su questo aspetto le indicazioni del ministro Giorgetti sono state confortanti. Abbiamo poi formulato alcune proposte per attenuare nella fase transitoria gli effetti del decreto di giovedì scorso – spostando al 30 aprile la data di inizio del divieto di utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura – nonché per scongiurare l’eliminazione totale del sistema della cessione del credito, mantenendolo ad esempio per gli interventi antisismici e per quelli di eliminazione delle barriere architettoniche”. Così, al termine dell’incontro a palazzo Chigi sul decreto superbonus, il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. “Abbiamo, infine, suggerito di introdurre la possibilità per il beneficiario di trasformare la detrazione fiscale in credito d’imposta nonché di utilizzare nelle annualità successive le detrazioni non godute nell’anno di riferimento”, ha concluso Spaziani Testa.
Confartigianato: “Proposte non risolutive”
“Apprezziamo la disponibilità al confronto manifestata dal Governo sul nodo dei bonus edilizia. Riteniamo che le ipotesi prospettate siano un primo passo, ma non ancora risolutive. Auspichiamo che vengano individuate rapidamente le modalità più efficaci per affrontare la priorità dello sblocco dei crediti incagliati degli imprenditori che hanno effettuato lavori utilizzando lo sconto in fattura e la cessione del credito”. Così il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, sull’incontro a Palazzo Chigi con i rappresentanti del Governo. Secondo Granelli occorre agire su due fronti: aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, permettendo alle banche di compensare i crediti da loro acquisiti con parte dei debiti contenuti nei modelli F24 presentati ai loro sportelli dalla clientela; prevedere, dopo un check sull’assorbimento dei crediti da parte del sistema bancari, l’acquisto dei crediti da parte di un acquirente pubblico di ultima istanza per la parte non acquisita. Questo intervento è particolarmente necessario per i crediti di minore importo.
Confartigianato chiede inoltre di rinviare, con provvedimento urgente, dal 16 febbraio ad almeno fine febbraio 2023 la data entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Mentre per gli interventi di edilizia libera va prevista una specifica modalità per dar prova dell’inizio lavori. Il Presidente di Confartigianato giudica positivamente la volontà del Governo di mantenere aperti dei tavoli di confronto sul futuro dei bonus edilizia, anche in vista della proposta di Direttiva Ue sull’efficientamento degli edifici in discussione a livello comunitario. Secondo la Confederazione, l’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema delle agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti con redditi bassi e privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa o con ridotti requisiti sismici.
Confimi: “Prolungare a fine 2024 scadenza lavori già avviati”
“Si porti la detrazione dei crediti di imposta a 10 anni così da consentire ai cittadini di avere una sufficiente capacità fiscale e si proroghi al 31 dicembre 2024 la scadenza di quei lavori già avviati, del resto quelle imprese che hanno operato nel giusto devono poter andare avanti”. Così Sergio Venticelli, vicepresidente di Confimi Industria con delega alle Infrastrutture e presidente di Confimi Edilizia intervenuto al tavolo organizzato da Palazzo Chigi con i Ministri Giorgetti e Pichetto Fratin e coordinato dal Sottosegretario Mantovano. “Confimi Industria ringrazia il Governo per questo confronto che va nella direzione di riuscire a trovare delle soluzioni condivise anche alla luce delle norme europee di contabilizzare la cessione dei crediti”, ha sottolineato Ventricelli. “L’edilizia non è piaggeria ma ha sempre avuto il merito di far crescere il paese. Non stiamo parlando della realizzazione di grandi opere ma di opere strutturali pensate per efficientare. Parliamo di piccole e medie imprese, quindi si lavori insieme”, ha aggiunto Ventricelli. “Bene l’intenzione del Governo di convocare costantemente gli attori in prima linea e l’apertura dell’ABI nel disincagliare i crediti dei lavori già in corso d’opera”, ha chiuso il vicepresidente di Confimi Industria.
Le dichiarazioni prima dell’incontro
Entrando a Palazzo Chigi per il confronto, la presidente di Ance, Federica Brancaccio, ha detto: “Ci aspettiamo ascolto alle nostre proposte e risposte rapidissime perché non c’è più tempo“. Tra le proposte, ha osservato, “sblocco dei crediti pregressi e una proposta sostenibile e stabile per il futuro“.
Secondo Confedilizia, invece, il sistema della cessione dei crediti dovrebbe rimanere per il sismabonus. Il presidente Giorgio Spaziani Testa ha detto: “Come si risolve l’impasse? Risolvendo il problema dei crediti incagliati. Per il futuro non pretendiamo che si continui con il sistema in atto, che si dimostra essere non sostenibile”, ma tra i punti possibili c’è “un’attenuazione del blocco totale della cessione dei crediti mantenendola per esempio per il sismabonus, che è una cosa di cui l’Italia ha grande necessità e mantenendola anche, per esempio, per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Così come chiediamo che per i beneficiari, cioè i proprietari, si possa trasformare la detrazione in credito d’imposta”, per poterla “utilizzare come credito, cosa che non creerebbe problemi di cessione e di movimento dei crediti stessi”.
Il presidente della Cna, Dario Costantini, ha dichiarato: “Per le nostre imprese l’incubo rimane, quindi entriamo in questo confronto con il governo con tante aspettative. Innanzitutto per sbloccare i cassetti di quelle imprese che non riescono più ad andare avanti e con loro i cittadini che stanno in casa ospitando dei cantieri, parleremo di quei cosiddetti bonus minori: quelli che riguardano gli infissi, quelli che riguardano gli impianti di casa e di cui poco si è parlato in questi giorni ma dove c’è grande incertezza a seguito del decreto per capire come certificare la fine dei lavori”.
Entrando a Palazzo Chigi, ha parlato anche il presidente di Confapi, Cristian Camisa: “Faremo delle proposte costruttive perché dobbiamo uscire tutti insieme da questa situazione, considerando che il settore delle costruzioni è estremamente importante per la crescita del sistema Paese”.
Sbarra: “A rischio decine di migliaia di posti di lavoro”
“Governo e Parlamento si adoperino per cambiare e migliorare la norma sul superbonus, assicurando il necessario confronto con il Sindacato. Occorre trovare soluzioni per disincagliare i crediti fiscali di quanti hanno regolarmente effettuato i lavori, spingendo sull’acquisto da parte di banche e altri attori economici”. Lo afferma Luigi Sbarra, leader della Cisl. “Vanno messi in campo nuovi strumenti di compensazione – aggiunge – e valutato un più forte protagonismo di Cassa depositi e prestiti e Sace, per superare un’emergenza che rischia di innescare effetti disastrosi sui livelli occupazionali e sull’intera filiera dell’edilizia e delle costruzioni, con decine di migliaia di posti di lavoro e migliaia di aziende in pericolo. I bonus edilizi sono stati e restano strumenti importanti per la ripartenza dell’economia e del lavoro e per rispondere alla sfida dell’efficientamento e risparmio energetico, della riqualificazione del patrimonio abitativo privato e per il risanamento del territorio. Vanno collegati in modo strutturale alle fasce di reddito più deboli e classi energetiche più basse, con particolare riguardo all’edilizia popolare”, conclude Sbarra.
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