La premier spiega il motivo per cui ha sospeso la misura: "A ogni italiano è costato 2mila euro, servono soluzioni per evitare il tracollo di migliaia di aziende"

Giorgia Meloni torna sul caso superbonus parlando della sospensione della misura che ha creato tanto rumore nelle ultime ore. Nella sua rubrica social “Gli appunti di Giorgia”, la premier ha ribadito che bisogna “cercare soluzioni per evitare il tracollo di migliaia di aziende” ma allo stesso tempo è fondamentale “difendere il bilancio pubblico”.

“Convocheremo tutte le associazioni per chiedere come possiamo aiutarle e per mettere tutto su un binario sensato”, aggiunge la presidente del Consiglio secondo cui “se lasciassimo il superbonus così com’è  non avremmo i soldi per fare la finanziaria”. Poi un messaggio agli istituti di credito: “Vogliamo spingere le banche e tutti gli attori che possiamo coinvolgere ad assorbire i crediti che sono incagliati, che nessuno vuole prendere. E abbiamo definito meglio la responsabilità di chi deve prendere quel credito”. 

Intervenuti su situazione fuori controllo

Nel suo intervento su Facebook, Meloni ha lanciato una serie di frecciate ai suoi predecessori: “Il superbonus nasceva con intenti condivisibili ma la misura è stata scritta così male e gestita così male che ha generato una mole enorme di problemi che ora noi siamo chiamati a risolvere. Siamo intervenuti su una situazione fuori controllo”, ha detto la leader di Fdi che ha poi aggiunto “Il primo problema era il 110%: se mi viene rimborsato più di quello che spendo io non guardo quanto spendo, questo ha portato a gonfiare la bolla e all’aumento dei prezzi dei materiali. Su questo eravamo intervenuti portandolo al 90%. La seconda questione è la cessione del credito”.

Migliaia di aziende rischiano il tracollo

Oggi “abbiamo migliaia di aziende che rischiano il tracollo, è un problema che abbiamo ereditato e dobbiamo risolverlo”, ha continuato l’inquilina di Palazzo Chigi che ha poi spiegato: “E’ quello che stiamo tentando di fare. Abbiamo fatto un altro decreto che impedisce l’acquisto di crediti da parte delle pubbliche amministrazioni, perché quella specie di moneta parallela rischiava di impattare sui bilanci degli enti locali. Poi abbiamo detto che in futuro non sarà più possibile cedere quei crediti, perché è uno dei modi più efficaci per aiutare gli ‘esodati del 110’, cioè chi è rimasto con i crediti in mano”. 

 

Secondo Meloni, “il superbonus è costato a ogni singolo italiano circa 2mila euro, anche a un neonato, anche a chi non ha una casa. Non era gratuita, il debitore è il contribuente italiano”. Il costo totale” dei crediti del superbonus “attualmente è di 105 miliardi di euro”, ha dichiarato Meloni spiegando che “ci sono state moltissime truffe, circa 9 miliardi di euro di truffe”.

Forza Italia: “Convocare tavolo di maggioranza”

“Per risolvere velocemente e in modo spedito il tema dei miglioramenti da apportare al decreto Superbonus, chiediamo che sia istituito un tavolo dove siedano i capigruppo di maggioranza prima che il provvedimento venga posto all’attenzione della commissione”. Lo dichiarano i presidenti dei gruppi di Forza Italia al Senato e alla Camera, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo. “Si potrebbe così ovviare – proseguono – allo scarsissimo tempo dato ai partiti di maggioranza, e agli stessi ministri, per valutare e emendare il provvedimento prima del Cdm che lo ha varato. In appena mezz’ora, Forza Italia è comunque riuscita ad apportare due importanti modifiche. La prima riguarda la responsabilità solidale degli istituti di credito, che grazie a noi saranno chiamati a rispondere solo per il loro eventuale dolo e non anche per quello di chi ha effettuato i lavori. Un intervento teso a facilitare lo sblocco dei crediti incagliati. La seconda, invece, ha ridotto il numero dei documenti da presentare per dimostrare la regolarità degli interventi effettuati, con l’eliminazione della previsione di file geolocalizzati, fotografici o video, a testimonianza dei lavori ultimati”.

“Questo in considerazione del fatto che non si può pretendere, oggi, una attestazione che non è mai stata prevista dalle leggi sui Bonus edilizi. Di più, visti i tempi ristretti, non è stato possibile fare. Malgrado ciò, i ministri di Forza Italia, con il consueto senso di responsabilità, hanno votato il testo, per mettere in sicurezza i conti pubblici che, ovviamente, nessuno ha intenzione di sfasciare“, concludono Ronzulli e Cattaneo.

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