Incontro con il prefetto locale dopo l'ondata di sbarchi sull'isola di Lampedusa

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il capo della Polizia Lamberto Giannini in prefettura ad Agrigento per presenziare al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa.

 

 

Al termine del vertice, il titolare del Viminale ha dichiarato: “Lampedusa è la prima frontiera dell’Europa e se ne fa carico con grande umanità. È una provincia che accoglie oggi complessivamente nei Cas della provincia circa 1250 persone in accoglienza stabile. Spero di tornare presto con qualcosa che potrà essere il segno tangibile della discussione avviata oggi”. Tra le varie misure, innanzitutto, “verrà predisposto un piano straordinario per la gestione dei rifiuti all’interno dell’hotspot di Lampedusa, anche dal punto di vista finanziario”. “Dobbiamo provare a tradurre in linee d’azione il contrasto di questo fenomeno, parlando dello sfruttamento che c’è dietro. C’è una umanità dolente e sofferente”, ha continuato. 

“È giusto creare la ridistribuzione se possibile a livello nazionale, se si guarda la mappa dei porti assegnati a oggi, si vedrà che c’è stata una equa distribuzione. Il nostro compito principale è sgravare Sicilia e Calabria: non devono essere campo profughi per l’intera Europa“, ha proseguito Piantedosi. 

Sull’assegnazione del porto di Ancona alle navi Ocean Viking e Geo Barents (porto considerato lontano dalle due Ong rispetto alla loro posizione in mare), Piantedosi ha detto: “Sono navi di stazza importante, in passato si sono trattenute in mare anche per 2-3 settimane consecutive, in condizioni meteo simili a queste. Le condizioni meteo non sono proibitive come si è detto, non c’è nulla di eccezionale”.  “Come mai Ancona? I nostri esperti tecnici hanno valutato che si poteva fare“, ha proseguito il ministro, precisando che “non è vero” che i migranti sono stati “dirottati su città del Pd”: “Ho massimo rispetto per tutte le critiche, soprattutto quelle dell’opposizione. Il nostro obiettivo è solo quello di garantire una redistribuzione equa”, ha continuato. 

Quando gli è stato chiesto di eventuali azioni italiane per bloccare le partenze, Piantedosi ha detto: “Sì, ho avviato rapporti telefonici proficui, il 16 gennaio ci sarà un primo rapporto proficuo con la Turchia, molto probabilmente dopo parlerò con il mio omologo tunisino”. 

All’incontro ha preso parte anche il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino che, nei giorni scorsi, in seguito al naufragio costato la vita a tre persone – tra cui una bambina di due anni – ha chiesto con urgenza una task force per far fronte al continuo susseguirsi di sbarchi nell’isola, con l’hotspot locale ormai pieno. Un’esigenza ribadita anche poco prima del vertice con Piantedosi: “Speriamo tanto nell’incontro di oggi, la situazione è diventata insostenibile. Per fortuna Lampedusa resta un’isola magnifica, temiamo però ripercussioni per il settore del turismo”.

Dopo il vertice, Mannino ha detto che “l’hotspot ha raggiunto numeri stratosferici. Negli ultimi giorni abbiamo raggiunto quasi 3 mila transiti. Si può pensare anche di ritornare al sistema delle navi quarantena che possono fare da spola tra Lampedusa e la Sicilia”. Piantedosi, ha spiegato Mannino, “si è impegnato ad aiutarci per avere risorse economiche e personale per gestire le dinamiche legate al fenomeno dell’immigrazione. Il ministro ha detto che tornerà tra un mese per tornare sulla questione. Ci ha detto che ci sarà un margine di intervento anche all’interno del decreto sulle Ong”.

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