Il Comitato Nord sia riconosciuto come lista autonoma all’interno della coalizione di centrodestra che sostiene la ricandidatura del leghista Attilio Fontana alla presidenza della Regione Lombardia. La richiesta arriva da Umberto Bossi in persona, giunto a sorpresa a Palazzo Pirelli durante la seduta del Consiglio regionale dedicata al bilancio. Un ‘blitz’ in piena regola, che rende ufficiale la rottura con la Lega di Matteo Salvini.
In una saletta laterale dell’Aula consiliare del Pirellone, Bossi incontra Antonello Formenti, Massimiliano Bastoni, Federico Lena e Roberto Mura, i quattro consiglieri lombardi espulsi da via Bellerio per aver dato vita al gruppo consiliare Comitato Nord. Presenti anche Paolo Grimoldi e Angelo Ciocca, i due referenti della corrente lanciata da Bossi dopo le politiche del 25 settembre e diventata nei giorni scorsi un’associazione. A salutare il Senatur, poco dopo, arriva anche il governatore Fontana.
Ed è a lui che “il presidente a vita della Lega Nord” – come riporta una nota – rivolge una richiesta “chiara e inequivocabile”: quella di “farsi parte attiva con gli alleati di coalizione al fine di riconoscere il Comitato Nord come lista all’interno della coalizione di centrodestra” che lo appoggia nella corsa al bis a Palazzo Lombardia. I componenti del Comitato Nord “hanno ribadito la volontà di sostenermi e di sostenere il centrodestra, riferirò questa disponibilità ai miei alleati del centrodestra”, spiega Fontana al termine dell’incontro. “Umberto – aggiunge il governatore – è un amico da troppi anni, sul fatto che voterà per me non ci sono mai stati dubbi“.
“Ma che scissione e scissione dell’atomo. Le polemiche a livello locale non mi sfiorano. La Lega è assolutamente in forze e in forma” così il leader della Lega, Matteo Salvini, ha risposto a una domanda sul gruppo Comitato Nord formato in Regione Lombardia da quattro consiglieri leghisti vicini a Umberto Bossi, poi espulsi dal Carroccio. “Mi occupo di risolvere i problemi non di polemiche. Se ne occuperà Fabrizio Cecchetti che è il segretario della Lega Lombarda, con tutto il rispetto. Quando hai in ballo 30 miliardi di cui occuparti, delle liste e dei fuoriusciti lascio che se ne qualcun altro”.
“Io rispondo a tutti, nei limiti del possibile” ha aggiunto il ministro delle Infrastrutture, rispondendo a chi gli ha chiesto se è vero, come riportato da alcuni retroscena di stampa, che non risponde al telefono a Umberto Bossi. Il Senatur l’ha definita un bambino? “Lo prendo come un complimento, Peter Pan. Non sono abituato a rispondere alle polemiche che vengono da sinistra, figuriamoci ad altre. A me interessa che il 12 e 13 febbraio la Lega e il centrodestra vincano in Lombardia e nel Lazio”, ha aggiunto Salvini. Ci sarà un confronto con il fondatore? “Devo portare a casa la manovra, poi mi occuperò del resto”, ha concluso Salvini.
Tra Bossi e Salvini “ho visto che c’è qualche problemino. Nei fatti nella Lega c’è quella che tecnicamente si chiama una scissione”, punge lo sfidante di centrosinistra Pierfrancesco Majorino. “Ma quale scissione e scissione dell’atomo? La Lega è assolutamente in forze e in forma. Le polemiche locali non mi sfiorano, non mi occupo di liste”, minimizza dal canto suo Salvini. A chiudere la porta ai fuoriusciti ci pensa il coordinatore lombardo della Lega Salvini Premier, Fabrizio Cecchetti, che afferma: “Hanno fatto una scelta, noi guardiamo avanti”.
Il sostegno a Letizia Moratti, candidata civica alla presidenza della Regione con l’appoggio del Terzo Polo, “non è un’alternativa” assicura a LaPresse Bastoni, che spera che presto possa esserci presto un incontro tra Bossi e Salvini. Ma il vicepremier e ministro delle Infrastrutture taglia corto: “Io rispondo a tutti, nei limiti del possibile” ma “ora devo portare avanti la manovra, poi mi occuperò del resto”.