Il leader di Italia Viva: "Lo scontro con Silvio Berlusconi è tutta una manfrina, un gioco delle parti"

Noi mai con la Meloni al governo non ci andiamo e non voteremo la fiducia“. Lo ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi a Firenze. “Vi sembra normale che ancora non è nato il governo e si debbano fare i propositi su come buttarlo giù? Nemmeno con la capacità di profezia uno riesce a fare una roba del genere. Io vi ho detto che secondo me il governo partirà perché le discussioni tra Meloni e Berlusconi sono discussioni che lasceranno il tempo che trovano”.

Lo scontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni “è tutta una manfrina, è un gioco delle parti, faranno l’accordo”, poi “vediamo se sono capaci di governare” ha aggiunto l’ex premier. “L’idea che la Meloni gli ha detto ‘io non sono ricattabile’, mi sarebbe piaciuto se l’avesse detto quindici anni fa, quando faceva la ministra nel governo Berlusconi. Berlusconi gli ha detto ‘supponente, prepotente’, ma mi sarebbe piaciuto che lo avesse detto a luglio, quando gli ha dato i seggi. Però – ha ribadito Renzi – è tutto un grande gioco delle parti, è una manfrina. Governeranno, inizieranno il governo, avranno un po’ di luna miele all’inizio e alle europee del 2024 se noi farà un bel risultato ci si rivedrà qui” le parole di Renzi.

La Russa al Senato: “First reaction choc

Quando ho visto uscire Liliana Segre e entrare La Russa … first reaction choc“, ma La Russa “non è stato eletto con i voti di Italia Viva. Il punto non è chi ha votato La Russa, il punto è chi non lo ha votato”. Renzi poi ha espresso massima solidarietà al presidente del Senato “per le scritte minacciose nel quartiere Garbatella, peraltro nello stesso quartiere in cui sono comparse la scorsa settimana minacce a me”.

Su Fontana alla Camera

Fontana è quello che io ho contestato facendo la legge sulle unioni civili. Io ho firmato la legge sulle unioni civili, Giuseppe Conte ha firmato il decreto di nomina di Fontana ministro”. 

“Se alla Camera Fontana ha preso 220 voti, ci sono 15 franchi tiratori, che stanno nel Pd. Il Pd aveva 80 voti e ne prende 77; Richetti, per il Terzo polo, partiva da 19 e ne prende 22. Chi non ha retto l’accordo? Il Pd“. “Al Senato dicono che Renzi ha dato 17 voti a La Russa? Essendo noi solo in 9 significa che siamo entrati nel catafalco e abbiamo fatto le fotocopie“, ha aggiunto Renzi. “Hanno guardato quanto siamo stati dentro la cabina – ha proseguito – Io sono stato dentro 5 secondi. Con tranquillità io ci ho messo 5 secondi; la Camusso ne ha impiegati 10, e volete dire che la Camusso ha votato La Russa? Che Del Rio, 9 secondi, ha votato La Russa? Io non ci posso credere. La metà del gruppo 5 Stelle è stato in cabina molto più di noi“.

Terzo polo alternativa a Meloni

“Io penso che il mio amico Francois Hollande sappia perfettamente che Macron ha vinto due volte con i voti della sinistra perché l’alternativa era la Le Pen. Macron ha vinto perché sconfigge la Le Pen e Melenchon. Fossi Hollande mi domanderei come ha fatto il partito socialista ad evaporare perché aveva il 25% ed è andato al 5%. Io credo che succederà una cosa simile in Italia se il Terzo polo si afferma. Il Terzo polo diventerà la vera alternativa a Meloni da un lato e ai grillini che attraggono un pezzo di Pd dall’altro“. Così, il leader di Italia Viva Matteo Renzi, ha commentato, nel corso di una conferenza stampa, la dichiarazione di Francois Hollande, secondo il quale in Italia il terzo polo non avrebbe un futuro. 

L’attacco al Pd

“Il Pd deve decidere cosa vuole fare da grande: o fa l’accordo con i grillini o fa l’accordo con i riformisti. Enrico Letta ha fatto carriera solo perché ha litigato con me – ha sottolineato Renzi – Siccome c’è il congresso, Nardella deve far vedere che litiga con me, Dario non sarà né il primo né l’ultimo di quelle persone che hanno lavorato una vita con me che in qualche modo hanno avuto riconoscimenti anche grazie a me. Dario non ha il monopolio, c’è una lunga lista. Se deve litigare può farlo da solo”.

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