La deputata dem: "Ci siamo presentati all'appuntamento con la storia a mani nude"

“Il segretario ha detto che si tratta di una sconfitta non catastrofica, io penso invece che sia una sconfitta catastrofica soprattutto per il carico morale che gli abbiamo dato. Perché se è vero che rischiavamo la crisi della democrazia ci siamo presentati all’appuntamento con la storia a mani nude, a meno che non abbiamo gridato ‘a lupo a lupo’”. Così Alessia Morani, intervenendo alla direzione del Pd. “Paghiamo una linea ondivaga e deficitaria”, ha aggiunto.

“Quattro anni fa – ha ricordato Morani – chi ha perso le elezioni è stato consegnato a una sorta di oblio, io ho portato la lettera scarlatta per un sacco di anni, con una violenza inusitata, consegnando all’oblio non me o compagni di corsa, ma milioni di persone che hanno creduto in questa storia e non candidando chi quella storia ha consentito che proseguisse. Non parlo di me ma di altri che nel momento in cui Matteo Renzi è uscito dal Pd, sono rimasti nel partito e hanno consentito al partito di sopravvivere. Non si chiede la riconoscenza ma era un favore che avremo fatto a quella comunità di persone. Non vorrei che accadesse a chi oggi ha la responsabilità di questa catastrofe ciò che è successo a noi perché il Pd è di tutti e tutti hanno pari dignità. La responsabilità della sconfitta non è solo del segretario ma di tutto un gruppo dirigente. Serve un congresso di rigenerazione e di ripartenza, non servono scioglimento o cambi di nome. Cerchiamo di fare un congresso che analizzi le sconfitte ma anche le vittorie, partiamo da lì, dalle vittorie”, ha concluso.

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