Un confronto durato circa un novantina di minuti, sensza esclusione di colpi, ma con una certezza: niente governo delle larghe intese. “Questo lo escludiamo all’unisono”. “Sì, lo escludiamo, sono 4 sì”. Con queste parole Enrico Letta prima e Giorgia Meloni dopo escludono la possibilità di partecipare insieme a un governo delle larghe intese, se nessuno dovesse avere la maggioranza. “Il Governo Draghi è l’unica esperienza di larghe intese che faremo – ha aggiunto Letta -. Da questo voto usciremo noi vincitori o uscirà Giorgia Meloni. Non abbiamo intenzione di nuove larghe intese, sarà o maggioranza o opposizione. Si confrontano due Italie diverse e spero che gli italiani scelgano di votare per un’Italia democratica e progressista”.
Secondo la leader di Fratelli d’Italia al governo il centrodestra durerà: “lo abbiamo già dimostrato, lo facciamo ottimamente a livello regionale e comunale, stiamo insieme per scelta e non per necessità. Non diciamo come la sinistra votate per noi altrimenti c’è la destra”.
Le scintille tra i due leader di partito sono scoppiate soprattutto sul tema delle adozioni gay: “Le unioni civili vanno bene così. Non sono d’accordo con il dritto d’adozione da parte di coppie omosessuali – dice la segretaria di Frateli d’Italia nel corso del confronto con il segretario dem su Corriere Tv – perché penso che ai bambini già in difficoltà bisogna garantire il massimo. “Servono un padre e una madre”. A replicare immediatamente c’è però Enrico Letta che sottolinea: “Per crescere un figlio serve l’amore“. “L’amore non c’entra niente – la controreplica della leader -, lo Stato non norma l’amore. Io sono cresciuta in una famiglia monogenitoriale e non è che mia madre non mi amasse”. “Tu stai dicendo che lo Stato norma l’amore, invece non puoi normare l’amore”. “Mi considero una conservatrice e non credo che un motto mazziniano come ‘Dio, patria e famiglia‘ vada a cozzare con la modernità. Significa difendere una identità. La patria, la famiglia e anche l’identità religiosa sono fondamentali, pur credendo nel valore della laicità dello Stato”, ha aggiunto Meloni.
Tra i temi affrontati anche le sanzioni alla Russia, l’Europa, il Pnrr e il Reddito di cittadinanza.
“Io ho buoni rapporti con Orban ma il suo partito fino a ieri era nel Ppe, alleato con altri, ma non in quello dei Conservatori che ho l’onore di guidare”, dice la presidente di Fdi, Giorgia Meloni. “La postura italiana in Europa dovrebbe essere dialogante con tutti a partire dalla difesa dei propri interessi nazionali – aggiunge -. In Europa esiste un problema di riequlibrio rispetto all’asse franco-tedesco. Bisogna dialogare con Francia e Germania e coinvolgere anche le nazioni dell’Est che hanno un modello diverso dal nostro, forse perchè fino agli anni ’90 li abbiamo lasciati al comunismo. Non li dobbiamo allontanare, basta col gioco di una Europa di Serie A e Serie B”.
“Già qui vengono fuori differenze abissali. Il motivo per cui l’Europa non funziona è perché partiti politici e paesi conservatori non vogliono decidere a maggioranza ma esercitare il diritto di veto – commenta invece Letta – . Quell’Europa non funziona. Per noi l’Europa che funziona è quella che si è messa insieme dopo la pandemia, scegliendo il Pnrr. Polonia e Ungheria si sono opposte al Pnrr. Bisogna togliere il diritto di veto che blocca l’Europa” .Così il segretario del Pd Enrico Letta nel corso del faccia a faccia con la leader FdI Giorgia Meloni su Corriere Tv. “Tutte le sfide ci dicono che serve più Europa, non meno Europa. Nella coalizione di Meloni ci sono Berlusconi e Salvini che hanno sempre avuto rapporti con Putin e sembra che difendano più la sovranità della Russia che la nostra. La sovranità credo che sarebbe molto a rischio se fosse al Governo il centrodestra”, ha aggiunto accusando poi Meloni di essere stata contraria al Pnrr. “Non è vero che FdI ha sostenuto il Next generation Eu. E’ una cosa falsa, FdI non ha mai votato a favore. Noi crediamo all’Europa della solidarietà”, ha detto Letta.