“L’Italia ce la farà, anche questa volta”, anche senza super Mario. Parola di super Mario. Dopo una standing ovation lunga quasi dieci minuti, dopo le strette di mano e i ‘grazie presidente’, Mario Draghi sale sul palco del Meeting di Rimini e pronuncia quello che potrebbe essere il suo ultimo intervento in Italia (a settembre il premier dovrebbe prendere parte all’assemblea delle Nazioni Unite a New York). Sono 48 minuti a metà tra bilancio e manifesto, rivolti principalmente ai giovani perché sono loro, esordisce, “la speranza della politica”. Più un invito ad andare avanti, che un ‘ecco quello che vi siete persi’.
Draghi, allora, smonta ‘l’agenda Draghi’, almeno quella intesa “come un insieme di proposte da lasciare al prossimo governo”. Perché saranno gli italiani, con il loro voto, insiste, a scegliere il programma. Si dice “convinto” che, a prescindere dal colore politico, il nuovo esecutivo “riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili” e rivendica un metodo di lavoro. Governare significa usare parole di “verità”, ma anche “di speranza”. Saper rispondere con “prontezza” e “credibilità” alle sfide e “rassicurare i cittadini con risposte chiare e concrete”. Covid, guerra, congiuntura economica “segnata da profonda incertezza”, inflazione che sale e costi dell’energia alle stelle: il capo del Governo in carica per gli affari correnti non nasconde i ‘dati del problema’. “Le sfide sono molte, e di non facile soluzione”, ammette. Nessun destino, però, è segnato, è il messaggio che il premier intende trasmettere ai cittadini. La risposta al Covid, il successo della campagna vaccinale, il rispetto degli impegni presi in Europa con il Pnrr stanno lì a dimostrarlo. “Gli italiani hanno reagito con coraggio e concretezza, come spesso hanno fatto nei momenti più difficili, e hanno riscritto una storia che sembrava già decisa. Insieme, abbiamo dimostrato ancora una volta che l’Italia è un grande Paese, che ha tutto quello che serve per superare le difficoltà che la storia ci mette di nuovo davanti”.
Per Draghi i fari restano “l’unità di intenti, il dialogo, la coesione sociale”. Quanto al programma e al futuro premier, saranno gli italiani a scegliere. L’ex numero uno Bce invita “tutti ad andare a votare” e l’unico invito che si sente di fare a chi sarà il suo successore a palazzo Chigi è quello a “preservare lo spirito repubblicano che ha animato dall’inizio il nostro esecutivo”. Alcune scelte di campo, in realtà, per il premier non consentono marce indietro. Vale per la collocazione internazionale dell’Italia (con un messaggio in bottiglia rivolto a Giorgia Meloni) così come per il sostegno a Kiev (e in questo caso il destinatario è Matteo Salvini). “Protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale. Dalle illusioni autarchiche del secolo scorso alle pulsioni sovraniste che recentemente spingevano a lasciare l’euro, l’Italia non è mai stata forte quando ha deciso di fare da sola”, sentenzia. E ancora: “Il posto dell’Italia è al centro dell’Unione Europea e ancorato al Patto Atlantico, ai valori di democrazia, libertà, progresso sociale e civile che sono nella storia della nostra Repubblica”. Poi su Kiev ribadisce la linea: “Non possiamo dirci europei se non siamo pronti a difendere la dignità dell’Ucraina e dell’Europa”. Anche su Pnrr e solidità di bilancio Draghi lascia la strada segnata: l’erogazione dei finanziamenti europei, mette in chiaro, dipende dall’attuazione del piano. Noi, la sottolineatura, “abbiamo conseguito tutti gli obiettivi previsti dalle prime due scadenze del piano, e siamo al lavoro per raggiungerne il più alto numero possibile prima del cambio di governo”. Quanto ai conti mette agli atti quanto fatto: “Quest’anno, aiuti e sostegni a famiglie e imprese non hanno avuto bisogno di alcuno scostamento di bilancio. Il debito pubblico in rapporto al Prodotto interno lordo è sceso di 4,5 punti percentuali nel 2021 e il governo prevede continui a calare anche quest’anno di altri 3,8 punti percentuali. Il rapporto debito/Pil resta a livelli molto alti, ma se queste previsioni dovessero confermarsi – dice con un pizzico di orgoglio, anche viste le richieste di nuovo debito arrivate dai partiti – si tratterebbe del maggior calo in termini assoluti in un biennio a partire dal dopoguerra”.
Prima di consegnarsi a un nuovo, lunghissimo, applauso, Draghi ribadisce il suo messaggio, che mette insieme la ‘pragmaticità’ del banchiere centrale e l’ottimismo che non può non avere chi ha avuto “l’onore” di guidare l’Italia. “Non bisogna tacere le difficoltà che abbiamo di fronte, ma non è onesto descriverle come delle calamità che ci vedono inerti. Con le vostre energie, con la vostra serietà, con il vostro amore per la vita e per l’Italia – dice rivolgendosi ancora una volta ai giovani, quasi ricordando la ‘poetica’ dei discorsi del ‘maestro’ Carlo Azeglio Ciampi – voi, noi tutti, supereremo questi ostacoli, vinceremo queste sfide. La fiducia nel futuro si fonda su questa consapevolezza e sarà la nostra forza”.