La strage dei minatori italiani in Belgio diventa materia di campagna elettorale. La leader di Fratelli d'Italia: "Non credo sia difficile notare come il quadro fosse radicalmente diverso da quello dell’attuale situazione dell’immigrazione verso l’Italia"
La tragedia di Marcinelle, dove l’8 agosto del 1956 persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani, diventa materia di campagna elettorale. A scontrarsi, a suon di lettere sul Corriere della Sera, il segretario del Pd Enrico Letta e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Il tema, quello caldo e controverso dell’immigrazione.
Il segretario Dem, dalle pagine del quotidiano, nei giorni scorsi ha onorato la memoria di quei “caduti”. Vittime da ricordare insieme a “tutti gli altri caduti, in altre viscere, a partire da quelle del Mediterraneo. Soldati, come loro, di una guerra per la sopravvivenza di fronte alla quale l’Europa e l’Italia non possono voltarsi dall’altra parte”, ha ammonito facendo riferimento ai “14 milioni di italiani” che negli anni, dal Dopoguerra in poi, “si sono trasferiti in altri Paesi europei”.
Immediata la replica di Meloni la quale, nero su bianco, chiarisce che non è possibile fare un parallelismo tra gli italiani costretti ad emigrare nel secolo scorso per cercare lavoro e i migranti che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste. “Non credo sia difficile notare come il quadro fosse radicalmente diverso da quello dell’attuale situazione dell’immigrazione verso l’Italia”, le parole della leader di Fratelli d’Italia che precisa come “qui e oggi, accanto all’immigrazione regolare, fatta di milioni di stranieri che si sono integrati positivamente nella nostra società e che meritano il nostro apprezzamento, da anni conosciamo ingenti flussi di immigrati irregolari”. Immigrati irregolari che “considerano l’accoglienza stessa come un diritto” e “costano alle casse dello Stato italiano”. Un ragionamento che Letta non condivide, giudicando quelle parole “incompresibili e gravi” e invocando “rispetto per uno dei più grandi drammi del nostro tempo, che non può essere strumentalizzato”.
La mattina di 66 anni va, nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, una scintilla elettrica causò un incendio che riempì di fumo tutto l’impianto. Dei 275 minatori al lavoro, ne sopravvissero solo 13. “Quella tragedia costò la vita, tra gli altri, a 136 connazionali”, il ricordo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Dal 2001 la ricorrenza è stata proclamata ‘Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’ affinché, nel ricordo di quanto accaduto al Bois du Cazier, possa essere onorata la memoria di tutti gli italiani caduti sul lavoro all’estero”.
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