Sette i feriti ricoverati negli ospedali di Trento, Belluno e Treviso

La Marmolada oggi ha restituito altri 2 corpi. Salgono così a 9 le vittime della tragedia di domenica pomeriggio quando un gigantesco seracco di ghiaccio si è staccato dalla Regina delle Dolomiti travolgendo a 300 chilometri all’ora alcune cordate di alpinisti. Tre ancora i dispersi, 3 le salme tutt’ora senza identità mentre per altre 2, probabilmente di nazionalità ceca, il riconoscimento avverrà nelle prossime ore. Sette i feriti ricoverati negli ospedali di Trento, Belluno e Treviso. “Tutte le forze in campo stanno dando il massimo, le operazioni di ricerca andranno avanti fino all’estremo”, assicura il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti.

Giovedì mattina, meteo permettendo, squadre altamente specializzate e cani metteranno infatti piede per la prima volta sul fronte della slavina: 2 chilometri di ghiaccio, poltiglia e pietrisco per le ricognizioni. “Il ghiaccio si sta sciogliendo e rimane in superficie una coltre di terra e sassi – spiega Mauro Gaddo, direttore dell’ufficio previsioni e pianificazione della Provincia autonoma -. Per garantire l’incolumità degli operatori sul campo, abbiamo portato lassù interferometri e radar doppler, speciali apparecchiature di monitoraggio che misurano i movimenti della parete ghiacciata. In caso di pericolo, l’elicottero sarà pronto a intervenire per l’evacuazione delle unità di ricerca”. Sul versante giudiziario, in procura c’è stato un vertice tra gli inquirenti che hanno già acquisito le immagini del tragico crollo e sentito alcuni testimoni.

Presenti anche i Ris di Parma, cui spetterà il compito di comparare i reperti biologici recuperati nel ghiaccio per tentare di dare un nome ai resti ritrovati nei giorni scorsi. “Il grosso nodo di questa indagine è capire la prevedibilità o meno di questa enorme sciagura e se è collegabile ad ipotesi di imprudenza – precisa il procuratore capo Sandro Raimondi -. Siamo come in una stanza con tante porte: le apriremo tutte per vedere cosa c’è dietro. Sicuramente non cerchiamo agnelli sacrificali da dare in pasto all’opinione pubblica. Abbiamo deciso di coinvolgere anche il mondo scientifico per affidare delle consulenze di natura idraulica.

L’obiettivo è quello di capire l’origine della stagnazione dell’enorme massa d’acqua sotto il seracco e sentire esperti in fatto di ghiacciai per portare avanti gli accertamenti”. Mentre a Canazei sabato sarà lutto cittadino con la messa di suffragio delle vittime alla presenza degli arcivescovi di Trento e Vicenza, oggi è entrata in vigore una nuova ordinanza di chiusura circoscritta di ogni accesso alla Marmolada: le vie saranno presidiate giorno e notte da polizia e Corpo forestale. “Chi non rispetterà i divieti sarà denunciato – sottolinea il sindaco Giovanni Bernard -. Ma passo Fedaia con tutte le sue strutture è aperto. Meglio chiarire per evitare di trovare il deserto al passo”. La tragedia non ha comunque influito sui flussi turistici: la val di Fassa è sold out.

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