La Guardasigilli Cartabia avrebbe rimesso mano al testo su pressione della Lega. Italia Viva contraria

Sulla legge elettorale la riforma del Consiglio superiore della magistratura torna alle origini. Dopo l’accelerata di martedì, con la maggioranza fiduciosa di portare a casa il primo ok della Camera prima del 25 Aprile, il testo a firma di Marta Cartabia subisce un doppio stop con tanto di modifica in corsa. La discussione generale nell’aula di Montecitorio si è esaurita, il timing prevedeva, infatti, un maratona notturna da far partire mercoledì alle 16 per esaurire i 230 emendamenti depositati, per poi licenziare il provvedimento nella giornata di giovedì. Nulla di fatto il primo stop arriva dalla commissione Bilancio che in 60 pagine di parere e numerose osservazioni, rileva una serie di incongruenze nelle coperture, costringendo il testo a tornare prima a via Arenula, poi al Mef per definire ‘meglio’ gli onori delle coperture.

La giornata si fa convulsa, le voci si rincorrono, con l’ipotesi che la riforma slitti addirittura alla prossima settimana. E poi la notizia che non ti aspetti. Dopo le tensioni e il braccio di ferro tra governo e diversi partiti che sostengono l’esecutivo, Cartabia, su input dei partiti, riscrive il testo eliminando la previsione di un sorteggio per formare i collegi elettorali. La modifica, contenuta in un emendamento della Commissione, riporta dunque alla proposta fatta dalla Guardasigilli e approvata dal Cdm. In sostanza, si legge nel testo, i collegi elettorali del Csm “sono determinati con decreto del ministro della Giustizia, sentito il Csm, emanato almeno 4 mesi prima del giorno fissato per le elezioni”.

Secondo i rumors, intercettati da LaPresse, sarebbe stata la stessa Giulia Bongiorno – responsabile per la Giustizia della Lega – a portare il ‘ripensamento’ sul tavolo del ministro, suggerendo di cancellare la norma. Da qui la decisione di Cartabia di rimettere mano al testo. “Sulla norma relativa al sorteggio” per l’elezione del Csm “la Lega aveva proposto una formulazione” legata ai collegi “che poi è stata trasformata e annacquata – dice a LaPresse Bongiorno – quindi non è più una proposta che noi sposiamo, ma per spirito costruttivo ovviamente siamo al tavolo e portiamo avanti la riforma”.

Dai gruppi arriva il plauso quasi unanime, unica voce fuori dal coro Cosimo Maria Ferri che annuncia la contrarietà di Italia Viva “a questa iniziativa emendativa e ad un metodo di lavoro che strozza il dibattito”. Esprime “soddisfazione”, invece il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Giuseppe Santalucia. “Il sorteggio dei collegi – dice a LaPresse – lo avevamo criticato perché andava in senso esattamente contrario a quello di favorire il rapporto di conoscenza fra elettori e candidati al Csm, quindi questo emendamento della commissione Giustizia che ripristina un decreto del ministro legato a un principio di contiguità territoriale nella formazione dei collegi va incontro al significato delle critiche che avevamo mosso”. Critico l’ex magistrato Luca Palamara – finito al centro di un’inchiesta della Procura di Perugia proprio sulle nomine degli uffici giudiziari- che boccia l’intero impianto: “La riforma del Csm che si sta delineando dal dibattito in Parlamento non risolverà i problemi di cui abbiamo parlato in questi mesi” perchè “l’unico modo per sottrarre potere di scelta alle correnti è il sorteggio” dei consiglieri del Consiglio superiore della magistratura. Dopo lo scossone di oggi, il travagliato iter della riforma di palazzo dei Marescialli dovrebbe riprendere il suo cammino giovedì mattina per essere votata – nelle più rosee previsioni e senza ulteriori colpi di scena – venerdì in giornata.

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