Il suo primo discorso da presidente dell'Europarlamento
Addio a David Sassoli. Il politico e giornalista si è spento a 65 anni per una complicanza al sistema immunitario. Il 3 luglio 2019 fu eletto presidente del Parlamento europeo. Nelle immagini il momento della sua proclamazione.
Le sue prime parole da presidente dell’Europarlamento
Il suo discorso nel giorno dell’insediamento
“Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza. In questi mesi, in troppi hanno scommesso sul declino di questo progetto, alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia.
I cittadini hanno dimostrato invece di credere ancora in questo straordinario percorso, l’unico in grado di dare risposte alle sfide globali che abbiamo davanti a noi”. E’ uno dei passaggi del suo discorso di investitura del 3 luglio 2019, quando è stato eletto presidente del Parlamento europeo, di cui rimane emblematica la frase: “L’Unione europea non è un incidente della Storia”.
“Cari colleghi, pensiamo più spesso al mondo che abbiamo, alle libertà di cui godiamo, e allora diciamolo noi, visto che altri ad Est o ad Ovest, o a Sud fanno fatica a riconoscerlo, che tante cose ci fanno diversi – non migliori, semplicemente diversi – e che noi europei siamo orgogliosi delle nostre diversità. Ripetiamolo perché sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignità sono il nostro modo per misurare le nostre politiche”, rimarcava Sassoli alla plenaria.
E poi le parole sul nostro modello di economia sociale di mercato che “va rilanciato”. “Le nostre regole economiche devono saper coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente. Dobbiamo dotarci di strumenti adeguati per contrastare la povertà, dare prospettive ai nostri giovani”, disse.
Il cambiamento climatico è stato uno dei temi a lui più cari: “ci espone a rischi enormi ormai evidenti a tutti. Servono investimenti per tecnologie pulite per rispondere ai milioni di giovani che sono scesi in piazza, e alcuni sono venuti anche in quest’Aula, per ricordarci che non esiste un altro pianeta”. E il ruolo delle donne: “Dobbiamo lavorare per una sempre più forte parità di genere e un sempre maggior ruolo delle donne ai vertici della politica, dell’economia, del sociale”.
“Ma tutto questo non è avvenuto per caso. L’Unione europea non è un incidente della Storia – furono le sue parole più iconiche -. Io sono figlio di un uomo che a 20 anni ha combattuto contro altri europei, e di una mamma che, anche lei ventenne, ha lasciato la propria casa e ha trovato rifugio presso altre famiglie. Io so che questa è la storia anche di tante vostre famiglie. Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia”.
Infine un monito sull’immigrazione, dove “vi è troppo scaricabarile fra governi e ogni volta che accade qualcosa siamo impreparati e si ricomincia daccapo.
Signori del Consiglio Europeo, questo Parlamento crede che sia arrivato il momento di discutere la riforma del regolamento di Dublino che quest’Aula, a stragrande maggioranza, ha proposto nella scorsa legislatura. Lo dovete ai cittadini europei che chiedono più solidarietà fra gli Stati membri; lo dovete alla povera gente per quel senso di umanità che non vogliamo smarrire e che ci ha fatto grandi agli occhi del mondo”.
“Le Istituzioni europee hanno la necessità di ripensarsi e di non essere considerate un intralcio alla costruzione di un’Europa più unita. L’Europa ha ancora molto da dire se noi, e voi, sapremo dirlo insieme. Se sapremo mettere le ragioni della lotta politica al servizio dei nostri cittadini, se il Parlamento ascolterà i loro desideri e le loro paure e le loro necessità. Sono sicuro che tutti voi saprete dare il necessario contributo per un’Europa migliore che può nascere con noi, con voi, se sapremo metterci cuore e ambizione”, concluse Sassoli, tra gli applausi dell’emiciclo.
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