La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese riferisce davanti ai deputati della Camera nell’informativa sugli episodi di violenza e sugli scontri a Roma, lo scorso 9 ottobre, quando centinaia di manifestanti ‘no green pass’ hanno improvvisato un corteo non autorizzato da piazza del Popolo, rompendo il cordone delle forze dell’ordine e arrivando fino alla sede della Cgil, saccheggiandola. “Uno sfregio alla democrazia”, lo ha definito Lamorgese.
“Le manifestazioni di protesta correlate alle misure governative di contenimento della pandemia” sono state “esagerate anche per via delle ricadute di ordine economico e occupazionale derivate dalla pandemia“, ha detto. “In questo periodo è stata messa alla prova la capacità di resilienza dell’Italia che ha reagito in maniera composta”.
Il 9 ottobre, dice al numero uno del Viminale, in città arrivarono tra le 10-12mila persone, ne aspettavamo meno”. “È risultato evidente il rischio che la protesta e il malcontento sociale, innescati dagli effetti depressivi della pandemia, potessero essere oggetto di strumentali intrusioni da parte di frange eversive di vario orientamento politico e ideologico, interessate a rilanciare progettualità conflittuali e istanze destabilizzanti anche canalizzando forme spontenee e trasversali di ribellismo rimaste finora prive di regia unica”. “E’ palese – ha così ammesso Lamorgese – che non si è riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata dagli elementi più politicizzati, e in conseguenza dei quali vi è stata una grave turbativa dell’ordine pubblico”.
La ministra ha però respinto qualsiasi responabilità della polizia, comprese le accuse di infiltrati tra gli agenti: “Si è adombrata l’ipotesi della possibile presenza in piazza di agenti di polizia infiltrati tra i manifestanti. Sento di dover escludere anche questo inquietante retroscena“. “Nel dispositivo di sicurezza era prevista la normale presenza di agenti in borghese della Digos con compiti di osservazioni e monitoraggio e anche di mediazione con i manifestanti”.
Dai banchi di Fratelli d’Italia è parito il coro: “Dimissioni, dimissioni“, intonato dai deputati di Giorgia Meloni dopo l’informativa della ministra . Il presidente Roberto Fico li ha richiamati all’ordine. Applausi per la titolare del Viminale, invece, da parte di Pd, M5S e Iv.