Scontro Conte-Meloni, il leader M5S: "L'abrogazione sarebbe la rottura di un patto ma non è nell'ordine delle cose"
Infuria il dibattito sul reddito di cittadinanza, che scala le posizione nell’agenda dei palazzi della politica. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, prova a sparigliare le carte: “Dobbiamo cominciare a ragionare di lavoro di cittadinanza. La costituzione italiana recita che è il lavoro che ci rende pienamente cittadini. Lo sforzo è di trasformare il reddito di cittadinanza in lavoro di cittadinanza”.
Il M5S
Il M5S, in realtà, è netto su questo tema che rappresenta uno dei suoi cavalli di battaglia. “Il Movimento 5 Stelle – assicura uno dei pentastellati della prima ora, il presidente della Camera, Roberto Fico – difenderà il reddito di cittadinanza perché è stata una misura importantissima per le persone in difficoltà, una misura ottima che ha dato un valore importante a tutti coloro che avevano bisogno. Se ci sono dei miglioramenti da fare si faranno, ma il reddito rimane”. Gli fa eco il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, secondo cui l’abrogazione “sarebbe la rottura di un patto ma non è nell’ordine delle cose, Draghi ha già detto che condivide l’idea, punto”. Una porta sbarrata anche alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che dal Forum di Cernobbio aveva attaccato parlando di “metadone di Stato”. “Fare polemica non è nel mio stile ma è un comportamento da vigliacchi per degli esponenti politici andare in tv e chiedere l’abrogazione di una misura che nel migliore dei modi arriva a 780 euro”, la replica a distanza dell’ex premier alla presidente di FdI. Che poi torna ad affrontare la questione su Facebook: “Levata di scudi della sinistra e del M5S per difendere il reddito di cittadinanza dalle mie critiche. Si possono raccontare tutte le cose che si vogliono, ma il reddito di cittadinanza è stato un grandissimo fallimento, oltre che un disincentivo al lavoro. Noi la povertà vogliamo combatterla davvero e non mantenerla tale e quale”.
La Lega
A rincarare le dose il segretario della Lega, Matteo Salvini, che esce allo scoperto: “Il reddito di cittadinanza ha portato solo problemi: lavoro nero e disoccupazione. Lavoreremo per modificarlo o cancellarlo”. E il leader di Italia viva, Matteo Renzi, che ha lanciato nei giorni scorsi l’idea di un quesito referendario per l’abolizione del reddito di cittadinanza, non le manda a dire: “Io in sintonia con Salvini e Meloni sul reddito di cittadinanza? Questo mi crea un certo stupore. Salvini ora lo vuole abolire ma è lo stesso che lo ha messo nel governo gialloverde. Allo stesso tempo mi colpisce l’atteggiamento del Pd che alle elezioni aveva detto ‘no’ e ‘sì’ al Rei, la misura introdotta dal mio governo e poi da quello Gentiloni”.
Il Pd
Dal Partito democratico arriva ancora una volta l’invito a migliorare la misura voluta e deliberata dal primo governo Conte, ma nessuno è per la cancellazione. “Il reddito di cittadinanza va migliorato e aumentato lo sforzo per uscire dalla povertà col lavoro. Proporre di abolirlo rimuove i problemi, non li risolve”, avverte il deputato dem Graziano Delrio. E il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, sottolinea: “Così com’è concepito va rivisto, perché non ha assolto molti degli obbiettivi che si era posto, ma non mi convince la sua cancellazione, su cui non sono d’accordo”.
Forza Italia
Sempre nel campo del centrodestra, invece, l’azzurra Licia Ronzulli, responsabile di Forza Italia per i rapporti con gli alleati, non ci sta: “Difendere a tutti i costi il reddito di cittadinanza che, così come è stato congegnato, finisce nelle tasche anche di furbetti e malavitosi, significa voler continuare a inseguire quel populismo sfrenato in nome del quale è nata questa fallimentare misura”.
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