La kermesse sull’amicizia dei popoli al via alla Fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto
“Il Meeting di Rimini per andare oltre gli slogan semplificati”. E’ il messaggio lanciato a La Presse dal presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Bernhard Scholz, in vista della quarantaduesima edizione del Meeting di Rimini, la kermesse di Cl, di nuovo in presenza presso la Fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto.
Il Meeting, quest’anno con il titolo ‘Il coraggio di dire “io”‘, citazione tratta da un testo del filosofo danese Kierkegaard, “ha sempre messo a tema i contenuti più importanti della politica: educazione e formazione, uno sviluppo economico equo ed ecologico, rapporti internazionali orientati alla cooperazione, per citarne solo alcuni”, sottolinea Scholz. E a chi pensa al Meeting come a una passerella per politici e imprenditori il presidente Scholz risponde: “Se fosse stata una passerella non avrebbe avuto l’impatto che ha tuttora; tutti i rappresentanti istituzionali che partecipano sono invitati ad entrare nel merito delle questioni più significative, al di la di tanti slogan troppo semplificati. E lo accettano volentieri”. Fra i tanti ospiti di quest’anno, in apertura il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e poi il commissario Ue Paolo Gentiloni, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e altri ancora.
DOMANDA. Il Meeting torna in presenza alla Fiera di Rimini. Quale è il tema dominante?
RISPOSTA. Durante la pandemia è emerso che tante persone – genitori, inseganti, medici, infermieri, volontari, lavoratori – si sono assunte una responsabilità personale di fronte a circostanze drammatiche. Hanno avuto il coraggio di dire “io”, di seguire fin in fondo il loro desiderio di bene senza lasciarsi intimidire da situazioni difficili o avverse. Al Meeting vorremo approfondire queste esperienze. La formulazione di Kierkegaard ci sembrava molto provocatoria in questo senso.
D. Il Meeting e la politica. Quest’anno sarà il capo dello Stato Sergio Mattarella ad aprire la kermesse. L’anno scorso avete avuto ospite Mario Draghi. Vi sentite di averlo lanciato voi verso Palazzo Chigi?
R. I segretari dei partiti sono stati invitati come l’anno scorso per affrontare insieme tematiche importanti per tutti al di là delle differenze. Quest’anno metteremo al centro il ruolo dei partiti nell’evoluzione della nostra democrazia. Per quanto riguarda Draghi vorrei sottolineare che l’invito è stato deciso a ottobre del 2019 perché volevamo il contributo di una persona competente, coraggiosa e con un indubbio orientamento al bene comune. Siamo contenti che il suo intervento abbia avuto un riscontro imprevedibile in queste dimensioni non solo in Italia ma anche all’estero.
D. E oggi cosa pensa delle scelte politiche del governo Draghi. E del Ddl Zan?
R. Il governo Draghi ha avviato delle riforme molto importanti in vista del Pnrr, ma non solo. Sono quasi tutte molto impegnative da realizzare. In più ha collocato l’Italia al livello della leadership europea. Sul Ddl Zan c’è una discussione in atto. E’ giusto contrastare qualsiasi discriminazione a causa dell’orientamento sessuale, ma bisogna evitare di relativizzare la libertà di opinione e di educazione.
D. Quale è il rapporto del popolo del Meeting – e anche il suo personale – con Cl, con Comunione e liberazione?
R. Personalmente faccio parte di Comunione e liberazione e traggo ogni giorno nuovi benefici da questa appartenenza. Chi fa parte di Cl è sollecitato e sostenuto a mettere in gioco i propri talenti per contribuire ad un mondo più ospitale per l’uomo. Da questo sono nate tante opere ed iniziative fra le quali nel 1980 il Meeting di Rimini. Senza l’educazione di Cl il Meeting non sarebbe immaginabile. Al contempo Cl ha sempre insistito che l’opera è di chi la fa. Non ci sono legami né organizzativi né organici fra Cl e le opere create dei suoi aderenti. Sarebbe contro l’idea di responsabilità personale che è essenziale per il movimento stesso.
D. Il Dicastero per i laici ha chiesto alla Fraternità di Cl di cambiare lo statuto. Come il Meeting si pone rispetto al suo principale riferimento culturale?
R. Il Dicastero ha emanato un decreto che riguarda più di 100 associazioni e movimenti ecclesiali. Il presidente della Fraternità di Comunione e liberazione ha dichiarato subito dopo la pubblicazione che Cl “provvederà agli adempimenti richiesti, nei modi e nei tempi stabiliti dal Decreto stesso”. Da sempre è stato l’intento di Cl servire la Chiesa e sarà cosi anche in futuro. Per la stessa ragione il Meeting cercherà di essere anche in futuro un luogo di incontro per tutti.
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