La crisi in Afghanistan al centro del dibattito politico anche in Italia. Il premier, Mario Draghi, scommette sull’Europa che sarà all’altezza di fronteggiare una situazione che è precipitata con una rapidità che forse non era prevedibile. Intanto continua a tenere alta l’attenzione sentendo gli altri partner europei. Dopo Angela Merkel, il capo del governo italiano ha avuto in serata un colloquio telefonico con il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson. Durante la conversazione sono state approfondite le possibili iniziative delle rispettive presidenze del G7 e del G20 a favore della stabilità dell’Afghanistan e a difesa dei diritti umani e della libertà fondamentali nel Paese, oltre a uno scambio di vedute sulle prospettive in ambito G20 e CoP 26 in materia di lotta al cambiamento climatico.
Mercoledì è stato anche il giorno dell’audizione di Elisabetta Belloni al Copasir, sentita per oltre due ore. Il direttore del Dis, spiega il presidente del Comitato per la sicurezza della Repubblica Adolfo Urso a fine seduta, “ha assicurato la prosecuzione del supporto operativo e informativo degli operatori dell’intelligence nel Paese anche al fine di garantire l’evacuazione di coloro che hanno collaborato con la nostra ventennale missione e dei loro familiari”. Sono cinque gli aspetti esaminati nella riunione: la situazione sul campo alla luce dell’improvviso collasso delle istituzioni governative; le “figure chiave” che caratterizzano la nuova leadership talebana; la proiezione internazionale del costituendo Emirato anche in riferimento ai diversi equilibri regionali; le minacce terroristiche e le conseguenze sui flussi migratori e sul traffico internazionale di droga; le modalità di evacuazione dei nostri connazionali e dei collaboratori afgani e delle loro famiglie che proseguirà anche nelle prossime settimane.
Anche a livello diplomatico l’Italia è in piena attività. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, oggi (giovedì 19 agosto) alle 14.30, in collegamento dalla Farnesina, parteciperà alla Ministeriale G7, riunita in formato virtuale. Mentre venerdì prossimo, alle ore 11 sarà in audizione davanti al Copasir e alle 14 prenderà parte alla riunione straordinaria dei ministri degli Esteri della Nato. “Le operazioni di rimpatrio non si fermano”, assicura in un post su Facebook. Spiegando che “alla Farnesina abbiamo ricostituito l’Ambasciata in Afghanistan e all’aeroporto di Kabul è operativo il nostro presidio diplomatico, con il console Tommaso Claudi, rimasto per dare il suo contributo alle operazioni di rimpatrio, che coordiniamo dall’Unità di Crisi” del Maeci.
Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, poi, ringrazia le forze armate italiane “per lo straordinario lavoro e lo sforzo enorme che stanno svolgendo per assicurare il trasporto dei collaboratori afghani e dei loro familiari. Ringrazio gli oltre 1.500 militari italiani impegnati senza sosta in questa importante operazione”. L’esponente dem spiega che dopo il primo volo di oggi, che ha portato in Italia 85 tra ex collaboratori afghani e loro familiari e una cooperante italiana, altri 2 velivoli C130J sono decollati dal Kuwait alla volta di Kabul per imbarcare altre 103 persone che verranno poi trasportate in Italia con un KC 767 dell’Aeronautica Militare.
Sullo sfondo politico, però, si fanno largo le prime polemiche. Giorgia Meloni chiede di “sostenere gli Stati confinanti” con l’Afghanistan “per aiutarli ad accogliere profughi“. Mentre da FdI parte una bordata all’esecutivo con i capogruppo, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani: “Imbarazzante l’inadeguatezza del governo italiano di fronte alla catastrofe politica e umanitaria in Afghanistan”, serve “una convocazione urgente di Camera e Senato per ascoltare le comunicazioni del presidente Draghi e conseguentemente votare una risoluzione che indirizzi l’esecutivo sul piano internazionale”. Nella maggioranza è Matteo Salvini ad alzare la tensione: “Corridoi umanitari per donne e bambini in pericolo certamente sì. Porte aperte per migliaia di uomini, fra cui potenziali terroristi, assolutamente no”, dice il leader della Lega. Di tutt’altro avviso il presidente dei deputati M5S, Davide Crippa: “L’Occidente dovrà sicuramente interrogarsi sui tanti errori compiuti, ora però bisogna mettere in atto uno sforzo diplomatico corale per scongiurare il disastro”. Una riunione straordinaria della segreteria nazionale del Pd, poi, ha deciso di avviare una campagna di mobilitazione su tutto il territorio nazionale, a partire da una sottoscrizione pubblica per raccogliere le donazioni dei singoli cittadini. Mentre il leader di Iv, Matteo Renzi, insiste sulla necessità di avviare una discussione, in seno al G20, sulla crisi afgana. E avvisa: “Dobbiamo evitare che in Iraq finisca come in Afghanistan”.