Il premier ha ricevuto a Palazzo Chigi il primo ministro del Governo di Unità nazionale libico, Abdelhamid Dabaiba e ribadisce la linea di Roma, messa in chiaro anche al Consiglio europeo della settimana scorsa

L’Italia rimane al fianco della Libia“, la sostiene “in questa transizione complessa” e si impegna, insieme ai partner europei, per il cessate il fuoco e la riconciliazione nazionale. Mario Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi il primo ministro del Governo di Unità nazionale libico, Abdelhamid Dabaiba e ribadito la linea di Roma, messa in chiaro anche al Consiglio europeo della settimana scorsa. A giugno, al centro del tavolo tra i capi di Stato e di Governo dell’Ue, dovrà esserci il tema delle migrazioni. Perché, se è vero che “l’Italia continuerà a fare la sua parte in termini di risorse e capacità formative”, è anche vero che “serve un’azione dell’Ue determinata e rapida”. Per il premier l’Unione europea deve “strutturare” il sostegno alla Libia “in quest’opera di ricostruzione del Paese”.

Il temi al centro del confronto tra Draghi e Dabaiba

Il Governo prosegue in ogni caso il suo impegno. Draghi affronta con Dabaiba un dossier ricco di capitoli. All’attenzione di Roma e Tripoli ci sono il controllo delle frontiere libiche, anche meridionali, il contrasto al traffico di esseri umani, il ritiro dei mercenari stranieri, l’assistenza ai rifugiati, i corridoi umanitari e lo sviluppo delle comunità rurali. L’Italia, sottolinea il premier, “intende continuare a finanziare i rimpatri volontari assistiti e le evacuazioni umanitarie dalla Libia”. Il passaggio sui diritti di rifugiati e migranti è cruciale: “Ritengo – scandisce – sia interesse anche libico assicurarne il pieno rispetto”.

Sul fronte interno sono tre gli step che Tripoli deve affrontare, “importantissimi e complicati”, che Draghi mette in evidenza: l’attuazione completa dell’accordo sul cessate il fuoco, a partire dal ritiro di tutte le forze e i mercenari stranieri e dalla riapertura della strada costiera Sirte-Misurata; la riunificazione delle istituzioni politiche, economiche e di sicurezza e la realizzazione delle necessarie riforme socio-economiche; la tenuta delle elezioni di fine anno e lo sviluppo del processo di riconciliazione nazionale. In questo percorso l’Italia sarà al fianco della Libia. Il premier mette in campo una collaborazione a tutto campo, ma è a quella sanitaria e a quella energetica che guarda con attenzione. “L’Italia si impegna nella costruzione di ospedali, nell’invio di personale sanitario e nel ricevere qui e curare varie decine di bambini malati di cancro. Si tratta di una cooperazione sanitaria di ampie dimensioni”, assicura. Sul fronte energetico, poi, nel quale la partnership è consolidata, la novità è rappresentata da possibili progetti da mettere in campo per quel che riguarda le rinnovabili. “Ci sono grandi possibilità e le nostre società sono pronte ad intraprendere dei progetti”, sottolinea.

L’incontro a palazzo Chigi fa seguito a quello con Luigi di Maio , nell’ambito del business forum con diverse aziende di entrambi i Paesi. “Le migliori forze produttive italiane vogliono essere protagoniste del rilancio del nostro partenariato industriale e del processo di ricostruzione del Paese, a partire dalle esigenze che i nostri amici libici considerano prioritarie”, esulta il ministro degli Esteri. Dabaiba ringrazia Roma e la guarda costiera italiana per quanto fatto: “Il problema dell’immigrazione va affrontato alle radici, non è solo una responsabilità libica o maltese ma comune”, insiste.

Strada spianata, infine, sul fronte degli accordi bilaterali. Vogliamo “riattivare tutti i memorandum d’intesa” con l’Italia e “aprire gli orizzonti per aumentare lo scambio commerciale”, assicura il premier libico. L’Italia ha un “ruolo primario ed essenziale nell’incoraggiare gli investimenti in Libia, le aziende italiane sono le più importanti e faremo di tutto per eliminare gli ostacoli alla collaborazione”.

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