Duri i toni del capo politico Vito Crimi: "Chi ha deviato dalla linea ufficiale si è automaticamente collocato all'opposizione del Movimento"
Nessuno sconto. Dopo i 15 senatori, anche i 21 deputati che non hanno dato la fiducia al governo sono fuori dal M5S. Le lettere sono state già spedite, con tanto di “cordiali saluti”, così la contabilità degli addii inizia a farsi pesante, al punto che ormai si può parlare a pieno titolo di scissione. Ma le regole vanno fatte rispettare a tutti i costi – questo è il mood -, e così è stato. I toni di Vito Crimi, infatti, sono più duri con chi ha deviato dalla linea ufficiale: “Si è automaticamente collocato all’opposizione del Movimento”, scrive nel post in cui annuncia i nuovi provvedimenti. Il capo politico si sente toccato nel vivo dalle polemiche, ma non tira il freno a mano: “Ognuno di noi è parte di qualcosa di più grande e se vuole lavorare in un gruppo, deve cedere una parte di sé stesso”. Anzi, contrattacca, i dissidenti hanno “contribuito – involontariamente o volontariamente, non importa – al tentativo di frantumare il gruppo”.
Il tema delle espulsioni, però, fa discutere anche all’interno del Collegio dei probiviri, dove Raffaella Andreola chiede di sospendere le sanzioni almeno fino a quando non verranno “ricostituiti, in maniera completa nel pieno dello svolgimento delle funzioni, oltre che nel rispetto dei contrappesi associativi di tutti gli organi del M5S”. Su Facebook, invece, la ministra Fabiana Dadone non sembra mostrare dubbi: se “un singolo voto fa la differenza, è surreale il tentativo di dibattito messo in piedi da qualcuno. Gli italiani sono stremati e non gli daremo chiacchiere ma risposte”. Molto dipenderà dalla posizione che assumerà il terzo componente, il consigliere regionale del Veneto, Jacopo Berti.
I rumors nel mondo pentastellato suggeriscono di tenere le antenne dritte a 360 gradi, perché tutto è in discussione, tanto tra i ‘governisti’ quanto tra i dissidenti. Non a caso ci sono i pontieri a provare una difficile ricucitura. Per l’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, il futuro è “impensabile da immaginare senza i tanti amici e compagni con cui in questi anni, dentro e fuori dal Palazzo, abbiamo combattuto – e spesso vinto – le nostre battaglie”. Mentre la vice presidente del Senato, Paola Taverna, ricorda i moniti di Giuseppe Conte per ricomporre la frattura: “Tanti colleghi che hanno votato in dissenso sono parte fondamentale del Movimento, oltre che amici fraterni. Serve unità”.
Ma è difficile fermare gli eventi, soprattutto perché un pezzo consistente di espulsi culla l’idea di creare un gruppo autonomo, usando il simbolo di Italia dei valori. Del resto, fu proprio il Gabbiano di Antonio Di Pietro il laboratorio in cui Gianroberto Casaleggio prese le misure della politica, nel 2006. L’attuale segretario, Ignazio Messina, conferma che la trattativa esiste, ma spiega che il simbolo è disponibile “solo per un progetto vero, serio, concreto”, possibilmente di lunga prospettiva, e non “per mere pratiche parlamentari”. L’operazione è comunque fattibile, anche tecnicamente, perché – spiega l’ex deputato e sindaco di Sciacca – Idv ha partecipato alle elezioni 2018 nella lista Civica popolare “che ha eletto tre parlamentari: Beatrice Lorenzin, Pierferdinando Casini e Gabriele Toccafondi”. Ne basta uno di questi per presentare la richiesta, almeno al Senato: “E’ la stessa cosa accaduta con Italia viva, che si è appoggiata al simbolo del Psi, con Riccardo Nencini, nonostante fosse nella lista Insieme”, sottolinea Messina. Con Dibba, però, non ha parlato, ma gli hanno riferito che “potrebbe esserci”. Il ‘Pasionario’ domani parlerà in un evento sulla sua pagina Instagram (ore 18) e intanto manda messaggi chiari: “Non mi occupo di correnti, scissioni, nuove forze politiche”.
Le grane non mancano, insomma, e la partita è tutt’altro che chiusa. Con le espulsioni di Vilma Moronese e Nicola Morra il Movimento ‘saluta’ due presidenze di commissione, proprio mentre si chiude la lista dei sottosegretari. A proposito della partita di sottogoverno, ‘radiom55’ racconta che molti potrebbero rimanere “delusi”. E chissà che qualcuno di loro non pensi di ‘volare’ con il Gabbiano di Idv.
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