Paolo Savona: "Spero in un governo che possa governare "
Governo tecnico, politico o un cocktail ad hoc per sconfiggere la pandemia? Senza dimenticare il messaggio di sano realismo dall’esperto Paolo Savona: “La mia preferenza è pratica: basta che possa governare”. L’esecutivo Draghi deve ancora nascere, ma le voci sulla sua composizione impazzano da giorni, con un precedente illustre, quello di Carlo Azeglio Ciampi, datato 1993. Il primo governo della storia della Repubblica a essere guidato da un non parlamentare e il primo, dal 1947, a partecipazione (anche se per sole dieci ore) di esponenti post-comunisti. In quel caso si trattò di un governo del presidente voluto da Oscar Luigi Scalfaro, affidato all’uomo migliore dell’epoca, Ciampi. Una situazione similare a quella attuale, con Sergio Mattarella che ha incaricato il ‘fuoriclasse’ Mario Draghi, per un esecutivo teoricamente senza coloriture politiche, ma che deve però trovare i voti in Parlamento.
I collegamenti tra l’ex presidente della Bce e lo stesso Ciampi sono arcinoti: entrambi al vertice di Bankitalia, Draghi viene indicato come il primo dei Ciampi boys, e 1991 fu proprio Ciampi, all’epoca governatore di Bankitalia, a consigliarlo a Guido Carli come nuovo direttore generale del Tesoro.
Ma in quel famoso esecutivo Ciampi chi erano i ministri? I dicasteri furono guidati in parte da politici (come Nicola Mancino, Nino Andreatta, Rosa Russo Iervolino) e da tecnici di profilo ai dicasteri economici (Luigi Spaventa, Luigi Gallo, Piero Barucci e Vincenzo Visco). Tra loro c’era anche proprio Paolo Savona, che ricoprì l’incarico di ministro per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato.
L’economista sardo, 84 anni, è ora presidente di Consob e sembra avere le idee chiarissime sulla possibile forma dell’esecutivo. “Le mie preferenze non sono verso formule teoriche, ma pratiche: un Governo che possa governare”, spiega a LaPresse. Insomma nessun endorsement a governi tecnici o politici, magari con leader di partito.
Dopotutto la sua vicenda politica parla chiaro: nella formazione del Conte 1 fu uno dei motivi di attrito tra Lega-M5S e Colle, che di fatto non permise la sua nomina al Mef, anche per le sue posizioni ammiccanti ai No Euro. “Esiste sempre un piano B, nelle banche come nelle famiglie. Come esiste un piano A. Ma se le cose dovessero andare male non bisogna essere impreparati”, le parole di Savona che gelarono i mercati riguardo una possibile uscita italiana dall’Eurozona. Si ripiegò poi sul dicastero degli Affari Europei, diventando a 81 anni e 7 mesi, il più anziano ministro della storia repubblicana. Anche Savona, come Ciampi e Draghi, lavorò in Bankitalia: negli anni ’60 iniziò presso il Servizio Studi della Banca d’Italia, dove raggiunse il grado di direttore. Un piccolo fil rouge che unisce tre figure davvero diverse per carriera e idee: tutti e tre però sempre in bilico tra il freddo mondo economico e il confusionario agone politico.
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