L'ex premier: "Non hanno i numeri. Martedì Conte avrà la fiducia, ma non una maggioranza"
“Non hanno i numeri. Martedì Conte avrà la fiducia, ma non una maggioranza”. Matteo Renzi si sente ancora in partita. La prossima mossa, obbligata, passa per un’astensione “tattica” al voto sulle comunicazioni di Giuseppe Conte lunedì e martedì alle Camere. Per non segnare la rottura definitiva con i giallorossi e per rassicurare e tenere serrate le truppe. È il segnale per un possibile ritorno al tavolo della trattativa?Ci sono i margini? “Abbiamo sempre detto di essere disponibili a discutere senza veti e senza impiccarsi a nomi”, risponde il leader a sera. Certo, gli affondi contro il premier non mancano: “Spero che oggi si sia occupato dei vaccini, non che abbia passato il tempo a telefonare ai senatori per arrivare a quota 161 voti in aula”, è l’attacco.
Il destino dei renziani è inevitabilmente legato al pallottoliere. Al quartier generale, sulle scrivanie si affastellano i fogli con gli elenchi dei senatori. Partono le telefonate. “Allora? Passi con Conte?”. Oggi più di ieri i sospiri di sollievo superano i timori. “Non ci sono, anche con tutti i senatori a vita – tranne Napolitano – arrivano al massimo a 155”. La conta permette al gruppo di ricompattarsi e se ieri i possibili transfughi erano cinque o sei, oggi sono “massimo due”. L’apertura arrivata dal leader, con l’ok all’astensione, rincuora i soldati semplici. “Se Conte non ha 161 voti e magari si ferma a quota 155 allora per noi è possibile ricucire. Diversamente noi siamo all’opposizione”, ragiona un dirigente.
In ogni caso anche i toni sono più distensivi. “Se le forze dell’attuale maggioranza ritengono che ci sia il tempo di uno scatto di responsabilità per dare una svolta all’azione di governo, Italia viva c’è”, apre il varco l’ex ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. “Noi abbiamo chiesto al presidente del Consiglio di sciogliere alcuni nodi che sono irrisolti all’interno della maggioranza di governo. Se pratica questa strada noi ci siamo”, le fa eco Davide Faraone. E anche il renzianissmo Luciano Nobili chiede di stare sul merito.
Da palazzo Chigi, così come dal M5S e dal Nazareno, in realtà, non filtrano segnali di possibile ripresa del dialogo. Renzi, però, non si scompone. Udc e pezzi di FI pronta a sostenere l’avvocato? Gli hanno chiesto di dimettersi e dar vita al Conte ter, secondo voi lo farà? ragiona con i suoi. Anche se in Parlamento tutto resta possibile. “Abbiamo chiesto a Conte Di cambiare politica, lui ha scelto di cambiare maggioranza”, ironizza sulla enews, ma la voglia di giocarsi fino all’ultima carta resta: se non hanno i numeri dovranno chiamarci al tavolo. Il leader è pronto all’ennesima “scommessa”.
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