Renzi pronto allo strappo. M5s: "Basta polemiche"

Sul Recovery fund la nave balla. Italia viva fa sul serio, non permetterà al premier di portare a casa la governance piramidale che ha in mente e se deve andarci di mezzo il governo, amen: accada ciò che deve. Lo scontro è a livelli altissimi, mai come prima in questi 15 mesi di governo giallorosso-verde e vede in prima linea tutti i big del partito di Matteo Renzi. Ad esempio Maria Elena Boschi, che lancia un avvertimento preciso all’avvocato del popolo quando le viene chiesto se la rottura sia vicina: “Spero di no, ma temo di sì”. In queste parole c’è molto della tattica politica, ma anche la determinazione a far cambiare idea a Giuseppe Conte. “Se il tema sono le poltrone, siamo disponibili a lasciare anche le nostre tre in Consiglio dei ministri”.

A proposito di Cdm, dopo la brusca interruzione della riunione di lunedì per la notizia della positività di Luciana Lamorgese, i ministri si erano lasciati con l’idea di rivedersi il giorno dopo. Nella notte, però, il pre consiglio ha confermato il muro contro muro, suggerendo di rinviare la convocazione ai prossimi giorni. Forse domani, ma di mezzo ci sono le comunicazioni di Conte in Parlamento e subito dopo il Consiglio europeo. Lo slittamento, dunque, rischia di essere bello lungo. Tempo utile per provare una mediazione, anche se Renzi difficilmente cambierà idea: “Abbiamo mandato a casa Salvini per non dargli i pieni poteri, ora non è che li diamo a Conte”. Ciò che al senatore toscano non va giù del testo è che “si sostituisce il governo con una task force, la seduta del Parlamento con una diretta su Facebook e addirittura i Servizi segreti con una fondazione privata”.

Criticità di cui ha parlato col premier occhi negli occhi a Palazzo Chigi nei giorni scorsi. “Non credo che a Conte convenga impuntarsi. Poi se lo farà il Parlamento è sovrano…” avverte Renzi. Che prevede: “Il presidente del Consiglio ha tutto l’interesse, nel nome dell’Italia, a fermarsi prima di fare un pasticcio istituzionale”. Peraltro il fondatore di Iv pone l’accento sul coinvolgimento delle opposizioni, ma nelle aule di Camere e Senato. Una “sfida”, la chiama, subito accettata da Antonio Tajani a nome di Forza Italia.

Un passo troppo spinto per gli alleati, però. Tant’è vero che in rapida seguenza arrivano i commenti di tutti i big del Movimento 5 Stelle. “Non possiamo assolutamente invadere il dibattito pubblico con questioni che possiamo risolvere nei luoghi deputati, concentriamoci sui vaccini”, ammonisce Luigi Di Maio. Diretto è anche il capodelegazione, Alfonso Bonafede, che ricorda: “In un momento come quello che stiamo attraversando, a tutte le forze che sostengono il Governo è chiesto senso di responsabilità. Oggi più che mai”. Il Guardasigilli garantisce che “il confronto sul Recovery plan e la sua governance non è mancato e non mancherà”, ma è “una grande chance da non disperdere nei rivoli di polemiche assolutamente infondate”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il capo politico, Vito Crimi: “Discussioni e polemiche in corso non sono certo di aiuto, perché finiscono con lo svilire un lavoro che viene portato avanti con accuratezza ed equilibrio, il confronto andrà certamente portato avanti anche con le opposizioni”. Prima, però, vanno ricuciti gli equilibri nella maggioranza.

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