Roma, 10 nov. (LaPresse) – Ai tempi del lockdown, verso maggio, "siamo stati crocifissi perché non riaprivamo. Abbiamo studiato questo meccanismo per consentire una gradualità delle aperture che partisse il più tardi possibile". Così il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ai microfoni di 'Cartabianca', su Rai3. "Dobbiamo chiederci se il trimestre dei record, con un +16% di Pil, è evidente che è costato qualcosa", aggiunge. Ci hanno accusato di essere addirittura 'terroristi', ma abbiamo evitato in tutti i modi che le 'cicale' la vincessero".
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