La delibera della commissione Contenziosa del Senato fa riesplodere la polemica politica nell'estate più difficile per la storia italiana

Ci mancava pure il ritorno dei vitalizi. La delibera della commissione Contenziosa del Senato, che cancella l'abolizione del ricalcolo della rendita per gli ex parlamentari, varata dall'ufficio di Presidenza di Palazzo Madama, fa riesplodere la polemica politica nell'estate più difficile per la storia italiana dal Dopoguerra ad oggi. Il colpo subito, però, risveglia lo spirito di squadra del Movimento 5 Stelle, che sente la pelle bruciare. Tanto che già a caldo il capo politico, Vito Crimi, si era espresso con parole al vetriolo: "La casta si tiene il malloppo, è uno schiaffo al Paese". Seguito subito da Luigi Di Maio e diversi esponenti pentastellati. Che stavolta hanno trovato al loro fianco, compatti, anche gli alleati di governo: dal Pd a Italia viva, a Leu. Il tema dei vitalizi, però, è diventato trasversale, al punto che a schierarsi contro sono pure Lega, FdI e Forza Italia. Un mix perfetto per i Cinquestelle, che colgono la palla al balzo per reclamare un ricorso che – numeri alla mano – non dovrebbe avere nessun problema a passare. "La decisione può essere rivista dal secondo e ultimo grado di giudizio interno di Palazzo Madama, il Consiglio di Garanzia", spiega Paola Taverna.

Una situazione così favorevole, da far ragionare anche su un piano B da tenere pronto nel cassetto. Un passaggio parlamentare con legge ordinaria che, stando alle dichiarazioni di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani, potrebbe ottenere un consenso che va ben oltre le forze di maggioranza. Il diavolo, però, si nasconde nei dettagli. Dunque, meglio non dare nulla per scontato, soprattutto mettendo in fila il fuoco di dichiarazioni al Napalm tra la pattuglia M5S e il leader della Lega. Lo scontro nasce dal fatto che la commissione Contenziosa è composta da membri di centrodestra, nominati dalla Presidenza del Senato. E anche se i due membri leghisti, Simone Pillon e l'ex pentastellata Alessandra Riccardi, hanno votato per conservare l'abolizione dei vitalizi, il dito del M5S è comunque puntato verso la coalizione di cui il Carroccio è attualmente capofila. Tanto che un big come Nicola Morra sfida nuovi e vecchi alleati: "Vediamo se mister Salvini e il Pd ci onoreranno di esserci al fianco in questa battaglia"

In attesa che parlino le carte, come dato politico da estrapolare in questa vicenda c'è il risveglio del Movimento 5 Stelle come gruppo. Unito dalla storica battaglia, ma diviso sul futuro, in attesa degli stati generali che arriveranno dopo le elezioni regionali di settembre (Crimi dixit). Per quella data Alessandro Di Battista dovrà sciogliere la riserva e dire se si candida come capo politico, ma anche l'ala governista dovrà scoprire le sue carte. Di sicuro gente come Chiara Appendino – ma non solo la sindaca di Torino – aspetta proprio questo passaggio per compiere le proprie scelte. In un M5S a trazione Dibba ha già fatto capire di non trovarsi a suo agio. E chissà quanti la pensano come lei.

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