Roma, 6 mag. (LaPresse) – "Nelle normali interlocuzioni per la formazione della squadra, avevo intenzione di coinvolgere il dottor Di Matteo, conoscendo il suo profilo professionale e la sua carriera come magistrato antimafia. Per questo pensai a due ruoli per lui: o il vertice dell'amministrazione penitenziaria oppure un ruolo che fosse in qualche modo equivalente alla posizione ricoperta a suo tempo da Giovanni Falcone, a seguito di riorganizzazione. Mi convinsi, dopo una prima telefonata e in occasione del primo incontro al ministero, che questa seconda opzione fosse la più giusta, perché avrebbe consentito a Di Matteo di lavorare in via Arenula, al mio fianco". Lo dice il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, rispondendo a un'interrogazione di Forza Italia, durante il question time alla Camera. "Inoltre, che questa scelta ritenevo sarebbe stata deflagrante e avrebbe consegnato un messaggio chiaro e inquivocabile per tutte le mafie – aggiunge -. Come ormai noto, non ci furono i presupposti per realizzare la auspicata collaborazione".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata