Martedì riprendono le trattative sul complicato fronte europeo

 E' tutt'altro che chiusa la lite sulle critiche di Giuseppe Conte alle opposizioni, con "nomi e cognomi" di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il leader della Lega ha chiamato ieri  il Quirinale e dopo aver parlato con il presidente Mattarella, si è detto   "sorpreso, rammaricato e stupito" per gli "attacchi e le menzogne" del premier.

 Gli ha fatto eco la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che giudica le parole di Conte "gravissime": "Ha utilizzato una conferenza stampa istituzionale per attaccare le opposizioni", afferma, sottolineando che quando è stato approvato il Mes non era ministro: "Al governo c'era Mario Monti e tutti possono verificare che io, in aula, non votai". Sulla vicenda interviene anche Forza Italia che per bocca di Maria Stella Gelmini si dice "delusa dal premier", e mentre il M5S fa quadrato attorno al presidente del Consiglio, "ha detto solo la verità", nella maggioranza ci si concentra sui tanti nodi della Fase2.

 La crisi sanitaria non è superata, il Paese ha poche settimane per definire le regole da seguire quando la quarantena finirà, e sul fronte economico si lavora senza sosta lungo due assi: il decreto Aprile da una parte, che il ministro Roberto Gualtieri assicura, "sarà molto consistente", le misure Ue dall'altra.

 L'opposizione critica con ferocia scelte e modi dell'esecutivo, mentre la maggioranza cerca una linea comune per niente facile da trovare, anche sul complicato fronte Europa: sulla nuova veste del Mes, senza le condizioni che in passato hanno messo in ginocchio altri Paesi, a cominciare dalla Grecia, Pd e Iv non sono entusiasti ma possibilisti al contrario del M5S, fermo al no "senza se e senza ma".

 I leader di maggioranza provano a tenere dritta la barra, consapevoli che la strada per uscire dal tunnel è ancora lunga e di scelte difficili se ne dovranno fare molte. Secondo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio "questo è il momento in cui l'Italia, la comunità nazionale, deve stringersi intorno alle istituzioni che stanno portando avanti la trattativa con l'Europa", e chiede unità e sostegno anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti che, consapevole del fatto che ulteriori tensioni di maggioranza davvero non servano, chiude rapido la polemica sulla CoVid Tax avanzata dai deputati dem: "Nessuna proposta formale – sostiene – ma solo un contributo pensando alla ripartenza che proviene da rappresentanti del gruppo".
 

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