Il movimento spaccato dopo l'allontanamento del senatore
La crepa nel Movimento 5 Stelle è sempre più profonda ed evidente. Il giorno dopo la cacciata di Gianluigi Paragone, espulso dai probiviri dopo i numerosi scontri con i vertici culminati nel voto contrario sulla legge di bilancio, al coro delle voci 'contro' se ne aggiunge una pesantissima, quella di Alessandro Di Battista.
"Gianluigi è infinitamente più grillino di molti che si professano tale – lo difende su Facebook l'ex parlamentare – Non c'è mai stata una volta che non fossi d'accordo con lui. Vi esorto a leggere ciò che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell'ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei". Insomma, ancora una volta Dibba prende le distanze dalla linea attuale del Movimento guidato da Luigi Di Maio, che si trova a gestire l'ennesimo scontro interno in un momento delicatissimo per il governo. All'orizzonte infatti ci sono una serie di nodi da sciogliere, mentre l'iniziativa guidata dall'ex ministro Fioramonti di creare gruppi autonomi a sostegno del premier rischia di riservargli più di un grattacapo.
Nel frattempo Paragone, che annuncia ricorso anche alla giustizia ordinaria, raccoglie l'assist e ringrazia, sottolineando che Di Battista "rappresenta quell'idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento: stop allo strapotere finanziario, stop con l'Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei veri deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma – rimarca – lo difendo perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa".
Contro Paragone si scaglia Carlo Sibilia, che parla di "spettacolo patetico ai danni dei cittadini italiani", tanto che "sono sorpreso che ci sia anche qualcuno che difende questi personaggi" che rischiano "di vanificare i sacrifici di chi ha fatto banchetti da 15 anni fino ad arrivare al governo del Paese". Sulla stessa linea Nicola Morra, che si rivolge direttamente all'interessato: "Ma se ci definisci il 'nulla', come si legge, perché rimanevi nel 'nulla' prima di essere espulso?".
Di opinione opposta Barbara Lezzi, secondo cui "non è una buona idea espellere gli anticorpi, caro Movimento 5 Stelle". Gianluigi Paragone, spiega, "è e resta un mio collega. Fino a quando, e sono certa che continuerà così, lavorerà senza sosta per i deboli, per assicurare un salario minimo decente, per fare in modo che le multinazionali osservino le leggi del nostro Paese resterà un mio collega". Nel mirino finiscono anche le dichiarazioni di Di Battista: per l'ex pentastellato Gregorio De Falco le sue dichiarazioni "partono da una forma di opportunismo" mentre per Elena Fattori "Di Battista ha vissuto stagioni epurative molto importanti, sarebbe più opportuno difendere i principi più che gli amici".
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