È stata votata all’unanimità. Docente di Diritto, ha 56 anni ma il suo mandato sarà di soli nove mesi

La Corte costituzionale ha eletto all’unanimità come sua Presidente la giudice Marta Cartabia: è la prima donna ad essere stata eletta presidente della Consulta. Hanno preso parte alla votazione 15 giudici. I voti a favore sono stati 14 (con l’astensione della stessa Cartabia). Rimarrà in carica fino al 13 settembre 2020, quando scadrà il suo mandato di giudice costituzionale. "La neo presidente finlandese ha detto che l'età e il sesso non contano, in Italia ancora contano: speriamo presto di poter dire che non contano più", ha commentato la neopresidente della Consulta che ha confermato come vicepresidenti i giudici Aldo Carosi e Mario Morelli.

Nata a San Giorgio su Legnano (MI), il 14 maggio 1963, sposata e madre di tre figli, Marta Cartabia è professore ordinario di Diritto costituzionale e, nel settembre 2011, viene nominata dal Presidente della Repubblica giudice della Corte costituzionale, di cui è stata Vice Presidente dal novembre 2014. Ha conseguito il PhD presso l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole (1993), essendo stata, nel frattempo, Research Scholar presso la Michigan Law School (Ann Arbor, USA, 1991). Ha insegnato presso numerose università italiane ed è stata Visiting Professor in Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti.

Tra gli incarichi istituzionali, è stata assistente di studio presso la Corte costituzionale (1993-1996). Tra il 2008 e il 2010, è stata componente di FRALEX – “Fundamental Rights Agency Legal Experts” – presso l’Agenzia dei diritti fondamentali dell'Unione Europea a Vienna, in qualità di esperto giuridico per l’Italia. Dal dicembre 2017, è membro della Commissione europea per la Democrazia attraverso il Diritto (altrimenti nota come Commissione di Venezia), organo del Consiglio d’Europa, che svolge attività consultiva e di riflessione indipendente intorno ai principi chiave del patrimonio costituzionale europeo: la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto.

Nel 2009 ha cofondato la prima rivista italiana di diritto pubblico in lingua inglese, l’Italian Journal of Public Law che codirige dalla fondazione. La sua bibliografia annovera oltre 230 pubblicazioni in diverse lingue tra libri, capitoli di libri e articoli. I settori privilegiati della sua attività di ricerca riguardano il diritto costituzionale italiano ed europeo, la giustizia costituzionale, la protezione dei diritti fondamentali e il rapporto tra Stato e confessioni religiose.

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