Il dado del governo è tratto e in casa Pd sono state rispettate quasi tutte le aree interne. La maggioranza del partito fa il pieno, ma dalla partita non escono di certo a mani vuote nemmeno i renziani, che portano a casa 4 sottosegretari e un vice ministro, Anna Ascani, da giorni 'blindata' all'Istruzione per marcare da vicino il pentastellato Lorenzo Fioramonti. Alla deputata umbra spetterà il compito di vigilare sullo smantellamento della Buona scuola, una delle riforme che hanno connotato il 'governo dei 1.000 giorni'. Tra le previsioni della vigilia confermati anche gli ingressi di Simona Malpezzi (Rapporti con il Parlamento) e Salvatore Margiotta (Mit), mentre a sorpresa entra Alessia Morani (Mise) ma esce Lele Fiano (in predicato di approdare all'Interno). Questo sarà un duro colpo per l'area.
C'è comunque nervosismo dalle parti di Pontassieve, e si nota nelle parole di Maria Elena Boschi: "Il governo non deve avere nulla da temere dalla Leopolda, se dimostra che fa delle cose buone nell'interesse dei cittadini". Ma l'ex ministra delle Riforme, dopo la carota usa il bastone: "Sono un po' dispiaciuta che non ci sia nessun toscano nell'esecutivo. Spero non sia un modo per colpire Renzi e il nostro gruppo". Un dubbio condiviso, tra gli altri, anche dal senatore ex montiano poi convertito sulla strada della Leopolda, Andrea Romano, e la neo vice presidente del gruppo dei Socialisti e democratici al Parlamento Ue, Simona Bonafè. L'uscita dell'ex premier dal Pd resta una possibilità concreta. Soprattutto "se dovessero cambiare le condizioni, con il rientro ad esempio di Bersani e D'Alema", Boschi dixit. Zingaretti prova a stemperare, da Milano: "Non è un tema all'ordine del giorno e basta tormentoni, è appena finito quello coi Cinquestelle e adesso inizia questo". Ai cronisti chiede: "Non fatemi domande per farmi litigare con le persone. Sono zen". La deputata aretina, però, mostra preoccupazione anche per l'alleanza tra dem e Cinquestelle alle amministrative: "Onestamente mi lascia molto perplessa". Che il leader ridimensiona a tentativi da fare "nel rispetto" del travaglio della controparte.
Tornando alla geografia interna, può ritenersi soddisfatto Dario Franceschini, che porta a casa tre caselle di peso: Marina Sereni vice ministro alla Farnesina, Francesca Puglisi sottosegretario al Lavoro e Pierpaolo Baretta che torna al Mef. Non entra, invece, Maurizio Martina, ma al suo posto c'è comunque l'alter ego Matteo Mauri (Interno), milanese doc, che spegne la polemica geografica sulla capitale economica non rappresentata a sufficienza (il Piemonte invece alza la voce, fino a chiedere la testa del segretario regionale). L'area di Andrea Orlando prende la delega all'Editoria con Andrea Martella. Accontentati anche i zingarettiani di rito prodiano con Sandra Zampa alla Salute e i fedelissimi di Paolo Gentiloni, con Lorenza Bonaccorsi all'Istruzione. L'ex deputata lascia il suo posto da assessore in Regione Lazio, così come Gian Paolo Manzella (passato al Mise), aprendo così a un possibile 'rimpastino' con – suggeriscono fonti dem – tecnici che non siano invisi al Cinquestelle. E alla Pisana comanda Roberta Lombardi nel M5S, la prima che ha aperto all'accordo col Pd e non ha ancora perso le speranze di riuscire nell'obiettivo.
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