Matteo Salvini fa saltare il tavolo sul decreto Sicurezza bis. Il provvedimento fiore all'occhiello del ministro dell'Interno si blocca per un "problema politico" che il leader del Carroccio non stenta a definire "serio" e che lo porta a chiamare l'alt dei suoi. E' lui stesso, in diretta Facebook dal tetto della sua abitazione romana, a spiegare la cosa: "Se c'è qualcosa che mi ha fatto incazzare oggi è che qualcuno sta cercando di bloccare gli emendamenti per le forze dell'ordine al decreto Sicurezza bis. Se non rientrano i lavori non riprendono", sentenzia, elencando numeri e titoli delle proposte di modifica in questione e pronunciando dopo ognuno la frase: "lo voglio".
I fatti: il testo è all'esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera ma l'iter si interrompe, bruscamente, all'indomani del vaglio delle ammissibilità degli emendamenti. Nodo del contendere sono otto proposte di modifica che riguardano le forze dell'ordine, care a Matteo Salvini e 'stoppate' dai presidenti delle commissioni, in quanto non coerenti con il decreto. Il ministro dell'Interno, però, crede che il 'colpevole' sieda in realtà sullo scranno più alto di Montecitorio e che il 'movente' sia più politico che altro.
"Pasti per i poliziotti, straordinari per i vigili del fuoco, vestiario per la polizia di Stato, assunzioni di personale della polizia locale, destinazione di immobili pubblici a presìdi di polizia. Sono gli emendamenti proposti al decreto Sicurezza bis e per ora incredibilmente bloccati dal presidente della Camera Fico – attacca il leader del Carroccio – In questo modo, Fico non rende un buon servizio alle forze dell'ordine e alla sicurezza del Paese. Sono proposte coerenti col decreto Sicurezza bis e tutte già finanziate. Così rischiamo di perdere risorse già disponibili".
Da Montecitorio la replica è pressoché immediata. "Spiace per la confusione del titolare del Viminale riguardo al funzionamento delle Camere – fanno filtrare fonti della presidenza – Al momento la presidenza della Camera non ha ricevuto nessun emendamento e nessun ricorso sugli emendamenti, che sono oggetto del vaglio che i presidenti di commissione competenti svolgono in piena autonomia".
Alla fine due delle proposte di modifica 'incriminate' vengono riammesse al vaglio delle Commissioni, ma per la Lega non è abbastanza. Salvini segue la 'partita' da palazzo Madama dove si trova per il question time. Invoca "il buon senso" per sbloccare l'impasse, ma contestualmete alza il telefono: "Mo sento", dice ai cronisti. Pochi minuti dopo i lavori delle commissioni si interrompono: "C'è un problema politico da risolvere", è la sintesi leghista dello stop. I pentastellati provano a ricucire, propongono di riformulare gli emendamenti (sottoscritti da entrambi i partiti di Governo) in modo che possano passare il vaglio dell'ammissibilità. "Per il Movimento 5 stelle non c'è nessun problema politico, si sta creando questo caso ma per noi non esiste", garantisce Giuseppe Brescia, presidente grillino della commissione Affari costituzionali della Camera. Non basta. I lavori, che dovevano riprendere in serata, vengono rinviati a venerdì alle 12. "Non c'è accordo", sentenzia il Carroccio. In serata Fico non molla la presa: "Sono e sarò sempre a fianco delle forze dell'ordine – Spiega su Facebook – Qualcuno oggi dice che ho preso una decisione politica, quella di bloccare delle proposte a favore delle forze di polizia. Dice il falso e fa propaganda, o semplicemente ignora come funziona la Camera".
E se i ben informati vedono nelle mosse di Salvini un 'fallo di reazione' per una presunta 'lesa maestà' in materia di Sicurezza, in tanti leggono nella difesa del Parlamento e dell'integrità regolamentale nei confronti dello strapotere del Governo messa in campo da Fico la volontà di ingaggiare un 'braccio di ferro' con il vicepremier leghista. Le regole d'ingaggio, però, arrivano a sera dal 'Capitano': "I parlamentari della Lega non torneranno in commissione se non verrà fatta giustizia per gli uomini della polizia, dei carabinieri e dei vigili del fuoco". Fico (e Di Maio) sono avvertiti.

