Milano, 11 lug. (LaPresse) – "Non c’è stato alcun 'ultimatum' da parte dell’Unione europea in quanto, come più volte ricordato, la costruzione di un’opera che appare vecchia ancora prima di essere nata era già ampiamente in ritardo rispetto ai tempi prefissati negli accordi e nelle previsioni che regolano i finanziamenti europei già prima dell’insediamento di questo governo e di come la sua realizzazione abbia posto valutazioni di opportunità che richiedono di essere discusse approfonditamente in sede intergovernativa". Lo dice il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, rispondendo in aula al Senato, durante il question time, a un'interrogazione di Fratelli d'Italia sulla Tav. "Della cifra che sarebbe stata stanziata per il progetto in questione, ammontante a circa 800 milioni di euro per il ciclo di investimenti in via di conclusione, solo una piccola parte è stata già versata, pari per l’Italia non a 120 ma a circa 66 milioni di euro – prosegue -, le interlocuzioni con l'Agenzia esecutiva per l'innovazione e le reti della Commissione europea rientrano nell’ordinaria dialettica relativa alla realizzazione dei programmi di competenza; in questo caso gli impegni e le scadenze su cui il governo manifesterà la propria posizione prevedono il coinvolgimento diretto della Presidenza del Consiglio e del Primo Ministro francese sulla base degli impegni assunti dalla società bi-nazionale Telt con la sua nota del 7 marzo scorso". Inoltre, "per quello che attiene le mie competenze non posso quindi che ribadire, anche all’esito di un’analisi costi benefici che condanna l’opera, che l’impegno fin qui assunto e il lavoro fin qui svolto in questo ambito sarà quindi finalizzato dalla Presidenza del Consiglio, in rappresentanza del governo nella sua collegialità, a preservare l’interesse dello Stato italiano e il miglior uso delle risorse pubbliche", conclude Toninelli.
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